Proposta di Petizione Europea

EUROPEAN SOCIAL MEDIA

Petizione con raccolta firme (adesioni) per chiedere al Parlamento, alla Commissione e alla sua Presidente, agli organi preposti dell’Unione Europea la creazione di una Piattaforma Digitale UE nella forma dei Social Network attuali. Un Social Europeo che faccia concorrenza nei linguaggi, nei temi, nella cultura ai “Social yankee”. Per la sua realizzazione, dovrà essere dato mandato di gestione ad un organismo indipendente designato dalla UE.
Questo nuovo Social viene costituito per Garantire il Pluralismo della Cultura e dell’Informazione nonché limitare i Monopoli della Comunicazione.

PREFAZIONE

La libertà di opinione e di espressione e la salvaguardia delle differenze culturali e linguistiche sono certamente patrimonio della millenaria storia dell’Europa. Oggi queste libertà sono gravemente violate dai monopoli della comunicazione in mano a poche multinazionali che non sono neanche di origine europea. Il 70% dell’opinione dei cittadini europei è generata dai Social.  Instagram, Facebook, Google, X, Youtube, WhatsApp sono gestiti interamente da multinazionali USA, Tik Tok dai Cinesi, Telegram dai Russi. Google, Microsoft, Meta e una miriade di società “fantasma” sono i proprietari di dati personali dei cittadini di tutta Europa che vengono utilizzati per creare mode e opinioni esclusivamente a fini di lucro. Questi sistemi che dovrebbero favorire l’interscambio culturale, i valori ed i diritti umani, la resilienza sono fortemente condizionati dalla pseudo cultura del denaro e del business.

Se tu paghi, le tue idee circolano; quelle di chi ha più capitali da investire raggiungono più utenti e quindi gli viene “artificialmente” aumentato il suo valore comunicativo. Va inoltre detto che l’acquisizione di posizione di monopolio nel settore investe di ulteriori poteri queste “Company” che possono decidere al di sopra di qualsiasi Istituzione chi debba diventare popolare in qualsiasi settore della società condizionando l’opinione pubblica ed il mercato. La cultura multicolore dei popoli d’Europa si è uniformata a linguaggi che hanno come fine l’acquisto e la vendita di merci e servizi. Assistiamo ad un fenomeno di pseudo cultura governato da Americani, Cinesi, Russi che si contendono il controllo ed il condizionamento delle menti dei nostri giovani, delle donne, dell’intera popolazione unicamente per incrementare i loro affari. Le leadership europee non possono essere complici di questo mercimonio. Il commercio contemporaneo si è evoluto perpetrando forme di sfruttamento psico economico che mirano alla cancellazione dell’identità socio culturale di interi popoli.

Oggi in politica non vince la democrazia ma chi ha più soldi da investire sui Social. Ci sono casi di politici diventati prima“influencer” investendo fortune sui Social per poi diventare cariche istituzionali negli Stati. E’ necessario creare delle regole che tolgano il monopolio ai “Padroni della comunicazione” che con il loro strapotere non solo condizionano negativamente l’opinione pubblica ma influenzano direttamente le istituzioni pubbliche e i Governi con gravi ingerenze sulla vita democratica degli Stati. A fronte di tutto ciò L’Unione Europea deve  provvedere alla messa a punto di Direttive ed iniziative concrete che possano  riformare, in tempi brevi, il settore delle comunicazioni e dell’informazione limitando i monopoli in funzione della libera circolazione delle idee.

RISTABILIRE IL PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE

Non possiamo più essere ostaggio dei media stranieri, è compito delle Istituzioni Europee difendere, promuovere, incrementare e favorire gli interscambi culturali, le tradizioni, la storia dei popoli che la compongono. Le Istituzioni hanno il compito di intervenire a difesa delle nostre civiltà per salvaguardare la pluralità della nostra cultura.

 

Anche il trattato di Maastricht (1993) e poi Lisbona (2007) annotano all’art. 167 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) di promuovere azioni culturali per la salvaguardia, la divulgazione e lo sviluppo della cultura in Europa. Che l’Unione contribuisca con strumenti innovativi al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali. Non c’è dubbio che qualcosa si è fatto e si sta facendo ma se fossero utilizzati mezzi come i Social Media, le velocità della circolazione delle idee e le interazioni tra i cittadini di tutta Europa, senza filtri di mero profitto, diventerebbero strumenti di relazioni interculturali incredibili! Sarà come ringiovanire il Continente; un’operazione di svecchiamento! Utilizzare Intelligenza Artificiale e altre sofisticate tecnologie per favorire azioni di cooperazione al fine

  • del miglioramento della conoscenza;
  • della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei;
  • della conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale europeo;
  • degli scambi culturali non commerciali;
  • della creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo;
  • della promozione della diversità delle culture dell’Unione.

UNA RIVOLUZIONE CULTURALE

In questa direzione, la sognata Europa diventerebbe una realtà concreta! Centinaia di milioni di persone potranno interagire sentendosi parte di una comunità e non di un mercato! L’estrema velocità con cui un Social Media Europeo potrebbe portare i suoi cittadini ad una Rivoluzione Culturale non deve essere immaginata ma deve essere vista fin da ora come conclamata realtà. I millenni di storia che questa parte del pianeta conserva sono una controprova a quali livelli di espressione e di civiltà possiamo tutti insieme arrivare. Una rivoluzione culturale che avrà riflessi di proporzioni globali in funzione di salvaguardia e stabilità dei valori fondanti europei. Questa operazione non dev’essere contro la nuova cultura USA o le millenarie culture di molti popoli del mondo; siamo noi che dovremmo accogliere, ospitare tutti sentendoci finalmente a casa nostra. Una casa dove il VALORE UNIVERSALE DELLA CULTURA la farà da padrone. Bisogna avere il coraggio di utilizzare la tecnologia per raggiungere questi traguardi. Se la UE, come sostiene, vuole sopprimere i monopoli deve innescare meccanismi di concorrenza qualificata mettendoci la faccia. 

COMBATTERE LA POVERTÀ CULTURALE

Senza queste basi non sarà possibile creare nuovi rapporti di collaborazione e di sviluppo all’interno della UE. Gli Europei hanno bisogno di conoscersi per le loro diversità, di sentirsi parte di un corpo collettivo con la propria identità culturale e sociale per confrontarsi e condividere. Unità nella Diversità dovrebbe essere lo slogan che correrà all’interno di questo Nuovo Network condiviso tra tutti i popoli dell’Unione!  

Stanno svuotando le tasche degli europei ma soprattutto stanno svuotando le menti dei Popoli dell’Unione. In queste condizioni nessun cambiamento è possibile. La povertà culturale è nemica del cambiamento. Se una delle preoccupazioni delle leadership UE è quella della perdita dei Valori Fondanti queste riforme nel settore delle comunicazioni sono una grande opportunità per dimostrare l’amore per la Democrazia. Il Parlamento, le Commissioni UE devono decidere se il progresso e l’emancipazione degli Europei sta anche nella salvaguardia della loro identità culturale oppure devono sottostare schiavi delle leggi del mercato.  Che le istituzioni Europee siano in prima linea nella lotta alla Povertà Culturale, che diano una risposta concreta a cybersecurity, guerre ibride e della disinformazione sempre più presenti nei new media.

Quando i sentimenti sono dominati dal profitto e dal materialismo la società umana diventa cruda e grezza nelle sue espressioni e le potenzialità mentali e spirituali rimangono represse e inespresse con enormi danni per lo sviluppo individuale e collettivo. La crisi della civiltà Europea nel suo insieme, prospettata da molti illustri intellettuali, artisti, è una crisi nel campo dell’esistenza. L’Europa ora deve decidere qual’è la sua identità, se culturalmente vivere o morire.

APPROFONDIMENTO

LIMITARE LA RACCOLTA PUBBLICITARIA E LE INSERZIONI A PAGAMENTO

Va rilevato, che per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, le direttive Antitrust e sulla Privacy oggi vigenti, non sono sufficienti per salvaguardare l’identità della persona e della propria appartenenza culturale.  Se la UE vuole garantire a tutti i suoi cittadini i diritti sanciti dalla Carta Costituzionale deve applicare il Principio dell’Equità Sociale.

Va quindi, in questa direzione, limitato l’uso di AI (Intelligenza Artificiale) in funzione dello sfruttamento di informazioni personali per il raggiungimento di obiettivi commerciali. Questa pratica andrebbe bollata come sfruttamento psico economico. L’utilizzo e la diffusione di sistemi di AI devono camminare di pari passo con la libertà di opinione e del libero commercio. La Dittatura Digitale non può essere considerata Innovazione perché, come oggi vediamo tutti, quelle poche società che controllano il mercato sono diventate monopolio nella proposta informativa e culturale. Le conseguenze del monopolio sono vecchi vizi dei sistemi sociali che favoriscono la concentrazione della ricchezza e del suo valore, ragion per cui è obbligo delle istituzioni europee mettersi in prima fila nel progettare modalità e sistemi per contrastare i monopoli e la pseudocultura a difesa del pluralismo e della libera informazione.

La Limitazione della Pubblicità a Pagamento porrà fine allo strapotere di questi monopoli e darà spazio alla nascita di nuove piattaforme rinforzando la concorrenza. Se come dice la Commissione Europea vanno limitati i poteri dei i big del tech: Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft sarà sufficiente aggiungere o affiancare al DMA; Digital Markets Act, (composto da una serie di norme e sanzioni per tutelare utenti e piccole aziende dalle posizioni di monopolio), la regola del Limite di Raccolta Pubblicitaria. Questa nuova direttiva dovrà funzionare come regolatore di un’Equa Concorrenza; solo così potremo avere un vero Libero Mercato dove:

  • gli utenti potranno scegliere
  • le piccole realtà aziendali potranno competere.

Va specificato che per Limite Pubblicitario non si intende ricalcare le norme sull’Affollamento Pubblicitario vigenti oggi in Europa nel comparto televisivo. È necessaria la creazione di regole che possano permettere ad altre società di competere nel mercato attraverso la raccolta pubblicitaria.

È scontato che questo nuovo mercato dell’informazione debba imporre che i proventi delle aziende operanti in Europa debbano essere fatturati, con una tassazione non variabile, uguale per tutti, esclusivamente nei Paesi UE. A livello commerciale, questa operazione di creare un mercato multipolare permetterà alla zona UE di mantenere in casa ingenti capitali da reinvestire nel settore specifico ma anche nell’innovazione.