Cooperative Agricole

di P.R. Sarkar

Dovrebbe essere data speciale enfasi alla produzione agricola, perché fornire alimenti è di vitale importanza e per questa ragione dovrebbe essere rapidamente diffuso il sistema cooperativo. Secondo la teoria economica PROUT non troppe persone dovrebbero essere impegnate in agricoltura. Piuttosto, una parte cospicua della popolazione dovrebbe dipendere dall’industria. Una percentuale tra il trenta ed il quarantacinque per cento della popolazione, non di più, dovrebbe essere impiegata nel settore agricolo.

La terra è di solito divisa in appezzamenti economici e non-economici a seconda della produttività. Gli appezzamenti economici sono quelli in cui il prezzo di mercato del prodotto è superiore al costo di produzione incluso capitale, manodopera e macchinari. Le terre che producono ricchezza agricola economicamente in grado di durare – cioè dove la produzione supera i fattori di produzione – sono chiamate “appezzamenti economici”.

Gli appezzamenti non economici sono quelli in cui il prezzo di mercato del prodotto è inferiore al costo di produzione dopo aver incluso le spese di tutti i fattori produttivi. Dato che gli appezzamenti non economici non sono convenienti, i proprietari terrieri di solito evitano di coltivarli. Nell’economia rurale di un paese come l’India, se un villaggio è visto come una unità di produzione, comunque ci possono essere molti piccoli lotti di terra che non sono usati per la produzione di raccolti perché sono non economici.

Nel processo di realizzazione dei principi del PROUT, la questione della rivoluzione agraria sorgerà automaticamente. Come ho già detto, il terreno agricolo dovrebbe essere incluso in una gestione amministrativa di tipo cooperativo, ma il sistema cooperativistico dovrebbe essere introdotto in quattro fasi.

Prima fase 

Nella prima fase della socializzazione della terra, il PROUT non solleverà la questione dei limiti massimi delle dimensioni dei terreni, ma sarà proibita la vendita di terreno agricolo e gli appezzamenti non economici saranno inclusi nella gestione cooperativa. La responsabilità della coltivazione di queste terre non ricadrà sui proprietari ma sulle cooperative sotto l’egida diretta del governo e con la sua assistenza.

In questa fase i proprietari degli appezzamenti terrieri non economici in ciascun villaggio diventeranno membri delle cooperative. Così membri delle cooperative saranno solo coloro che avranno unito la loro terra ad altri, per rendere economici gli appezzamenti terrieri che non lo erano. I proprietari daranno in gestione la loro terra e in questa fase ne rimarranno i possessori. Nei casi in cui essi impieghino manodopera per la coltivazione, il cinquanta per cento del profitto netto andrà ai proprietari ed il rimanente cinquanta ai lavoratori che operano nelle cooperative.

In questa fase i fiumi e le vie d’acqua di un villaggio dovrebbero essere sfruttati per il benessere comune. Costruendo ad esempio degli argini e piccole dighe sui fiumi, si otterrebbero riserve d’acqua per l’irrigazione su vasta scala, produzione di elettricità ed industrie basate sui bisogni locali.

Si devono anche muovere i primi passi per alleviare la pressione della popolazione sulla terra. Una percentuale crescente della popolazione rurale dovrà essere impiegata nell’industria attraverso la costituzione di industrie per la produzione di attrezzature agricole e agrico-industrie (Trasformazione). Si dovrebbero prendere provvedimenti per la conservazione dei raccolti mediante la costruzione di magazzini e di depositi refrigerati sotto il controllo degli enti amministrativi locali. Le cooperative dovrebbero essere fornite di trattori, concimi, sementi, pompe per l’acqua ed altre attrezzature agricole attraverso le cooperative di produzione. Le cooperative di consumo forniranno alla popolazione rurale i prodotti necessari per l’uso quotidiano.

I lavoratori agricoli, lavoratori senza terra, braccianti e mezzadri rientreranno nel campo d’azione delle cooperative nella fase iniziale della costituzione in cooperativa. A partire da questa fase, il sistema d’istruzione nelle aree rurali dovrebbe essere completamente riformato. Per suscitare lo spirito di cooperazione tra la gente, dovrebbe essere avviato un ampio programma di tirocinio ed istruzione, ma l’educazione morale deve avere la precedenza su qualsiasi altra cosa, in modo che la gente non dia maggiore importanza agli interessi personali a spese dell’interesse collettivo.

Seconda fase 

Nella seconda fase di realizzazione delle cooperative agricole gli appezzamenti economici dovrebbero venire inglobati in una gestione cooperativa. Solo dopo aver incluso tutti gli appezzamenti non economici di un villaggio, nella gestione cooperativa, si dovrebbero inglobare anche gli appezzamenti economici. In questa fase sarà facile applicare in modo esteso la scienza e la tecnologia all’agricoltura, per un aumento della produzione.

In questa seconda fase tutti dovrebbero essere incoraggiati ad unirsi al sistema cooperativo. Il profitto netto verrà aumentato in favore dei lavoratori che operano nelle cooperative: il venticinque per cento del profitto netto andrà ai proprietari terrieri ed il settantacinque per cento ai lavoratori. Qui il termine lavoratori indica coloro che impiegano il proprio lavoro fisico o psichico all’interno della cooperativa. I proprietari ne beneficeranno in due modi. Primo, come proprietari, otterranno il venticinque per cento del profitto netto del prodotto derivato dalla terra e, secondo, se fanno parte della forza lavoro della cooperativa avranno diritto ad una parte di quel settantacinque per cento del profitto distribuito tra i membri della cooperativa.

In questa fase, l’enfasi deve essere posta sulla creazione rapida e su vasta scala di agro-industrie, macchinari per l’agricoltura e di agrico-industrie, in modo tale che la popolazione rurale dipenda più dall’industria che dall’agricoltura. Con lo sviluppo di tali industrie, rilievo simultaneo dovrebbe essere posto alle riforme educative e culturali per sviluppare ulteriormente la mentalità di cooperazione della popolazione rurale.

Da questa seconda fase in poi, la produzione per il consumo aumenterà lo standard di vita della popolazione rurale e si dovranno organizzare i criteri di base della sicurezza sociale della popola-zione – cioè le esigenze minime vitali.

Terza Fase 

Nella terza fase si dovrebbe effettuare la distribuzione razionale della terra e la ridefinizione della proprietà. La prima dipenderà da due fattori – l’appezzamento di terra minimo necessario per mante-nere una famiglia e la capacità dell’agricoltore di utilizzare la terra. In questa fase, i proprietari non saranno in grado di impiegare singoli lavoratori, lavoratori senza terra o mezzadri per la coltiva-zione della terra, ma sarà più vantaggioso per loro partecipare piena-mente al sistema cooperativo.

In questa fase sarà facile creare grandi cooperative con ampia applicazione della scienza, e comunque queste cooperative non avranno niente in comune con le enormi aziende collettive dell’Unione Sovietica o della Cina. Se si permette alle cooperative di diventare estremamente grandi, sarà difficile utilizzare le risorse naturali in modo efficiente e questo porterà a complicazioni nel settore della produzione. Uno dei principali difetti delle fattorie collettive nei paesi socialisti è la loro dimensione poco amministrabile.

Nel PROUT saranno le stesse cooperative agricole a determinare la propria dimensione. Mentre si costruisce un sistema cooperativo devono essere tenuti a mente due fattori :

  • Primo, dovrebbe essere garantita un’elevata quantità e qualità della produzione attraverso l’applicazione della scienza e della tecnologia, mantenendo allo stesso tempo al minimo i costi di produzione
  • Secondo, i membri della cooperativa devono essere incoraggiati a raggiungere il massimo sviluppo psichico e spirituale al loro livello più alto in cambio del loro minimo lavoro fisico.

Nella terza fase del processo di realizzazione del sistema cooperativo, sarà distribuito il cento per cento del profitto netto ai membri della cooperativa. Gli antichi proprietari si identificheranno completamente, in questa fase, con la cooperativa.

Attraverso queste tre fasi sarà possibile ridurre l’eccessiva pressione della popolazione ed impegnare dal trenta al quarantacinque per cento di essa in agricoltura. Nella seconda fase il problema della disoccupazione sarà affrontato mediante la creazione dell’industria su vasta scala ed al completamento della terza fase non ci saranno più problemi di disoccupazione per i lavoratori agricoli.

Entro la fine della terza fase, il settore rurale sarà liberato dai fastidiosi problemi di produzione agricola ed industriale, disoccupazione e sicurezza sociale.

Quarta Fase 

Nella quarta fase della realizzazione del sistema cooperativo non ci saranno contrasti per la proprietà della terra. Si potranno risolvere i problemi agrari di ogni paese. Tutte le disposizioni previste dalla sicurezza sociale riguardo a cibo, vestiario, casa, istruzione e cure mediche saranno facilmente garantite. In questa fase sarà possibile utilizzare al massimo la ricchezza fisica, psichica e spirituale collettiva di ogni villaggio [comune].

Per la realizzazione completa del sistema cooperativo, ci deve essere un’adeguata preparazione psichica attraverso lo stimolo interiore e la pressione esterna, in armonia con il fattore tempo, perché la gente non accetterà mai un sistema imposto con la forza. Un tale cambiamento nella psicologia collettiva non si verificherà in una notte, ma dipenderà dal sentimento delle persone.

Il periodo di tempo tra la prima e la quarta fase della realizzazione del sistema cooperativo può essere chiamato il periodo di transizione per la realizzazione del PROUT.

 Calcutta, febbraio 1982.