riforma agraria in 5 mosse
Ad oggi non è stata adeguatamente sviluppata la struttura dell’agricoltura. Secondo il PROUT, all’agricoltura dovrebbe essere attribuito lo status di ‘industria‘.
Nell’industria i costi delle materie prime, il costo del lavoro, gli interessi sui prestiti, gli ammortamenti, i costi di manutenzione, il profitto, il tasso di produttività, ecc., sono fissi e inclusi nel calcolo dei costi. In agricoltura ciò non è stato fatto, così produrre, di solito è diventato antieconomico.
Gli agricoltori sono costretti a vendere i loro prodotti a prezzi bassi a causa delle circostanze di mercato. Ciò è noto come un “distress sale”.
Se l’agricoltura è trattata come un’industria, tutte le condizioni dell’industria dovrebbero applicarsi all’agricoltura e quando questo si verificherà, gli agricoltori non saranno più trascurati, non ci sarà alcuna differenziazione nel metodo di sviluppo e di calcolo dei costi di agricoltura e industria.
Situazione Italiana
- Il 95% delle proprietà ha un’estensione dai 5 ai 10 ettari (ISTAT).
In queste condizioni è quasi impossibile una sufficiente meccanizzazione, un’adeguato livello di produzione e di reddito. - Importazione massiccia di prodotti agricoli dall’estero hanno distrutto il tessuto produttivo locale
- Mancata pianificazione delle produzioni crea surplus di prodotti e calo dei prezzi alla produzione
- Mancato stoccaggio delle produzioni agricole, crea dipendenza da altri paesi
- Prezzi alla produzione da strozzinaggio da parte della grande distribuzione, verso i produttori locali
Riforma Agraria Proutista
1 Passo: Determinazione delle Aree Agricole Economicamente Sostenibili
Sarkar ha posto una condizione per la ripresa dell’Agricoltura: che si definiscano le AREE ECONOMICHE, ovvero aree agricole sostenibili dal punto di vista economico, dove l’output sia superiore all’input. La loro estensione va oltre i confini delle singole proprietà agricole e sono definite in base alla fertilità del suolo, piovosità, clima, altitudine etc. Certo le aree agricole collinari saranno più estese di quelle in pianura a causa della minore produttività, o fertilità.
Le piccole proprietà sono anacronistiche e non permettono una buona utilizzazione dei terreni.
2. Passo: Associazione delle terre di diversi agricoltori.
I proprietari degli appezzamenti agricoli, rimangono proprietari delle terre, che decidono di mettere i comune, eventualmente vi lavorano in associazione con gli altri proprietari dei terreni agricoli.
Un Esempio, se 10 agricoltori lavorano in comune le loro terre:
- Si aumenterà la superficie arabile poiché le aree dei confini potranno essere eliminate
- Ci sarà necessità di 1 solo trattore e di altri macchinari invece di 10 per il lavoro nell’area economicamente sostenibile.
- Si potranno avere prezzi migliori per fertilizzanti e concimi per quantità maggiori.
- Si avrà maggiore peso nella contrattazione del prezzo dei prodotti agricoli, essendo un’associazione di agricoltori
- Il lavoro collettivo risulterà più efficiente per le diverse capacità e competenze dei diversi agricoltori
Nel processo di associazione delle terre, il suggerimento è di partire con le terre incolte e aggregare quelle già utilizzate.
3. Passo: Suddivisione del reddito
Sarkar propone che la suddivisione del reddito da produzione e attività agricola sia così suddiviso:
- 50% suddiviso in proporzione al terreno conferito all’associazione degli agricoltori o cooperativa
- 50% suddiviso in base al lavoro effettuato da ciascun associato
- Se un associato non lavoro avrà la sola rendita del terreno messo in comune.
4. Passo: Agricoltura integrata
Per un reddito più sicuro e maggiore utilizzazione delle potenzialità della terra, il PROUT propone la produzione integrata, dove più attività possono conferire maggiore sicurezza all’associazione o cooperativa agricola.
Se una associazione agricola applica l’agricoltura integrata, nel caso di calamità che colpiscono un settore di produzione, si mantiene un adeguato livello di reddito con le altre produzioni.
Inoltre sarà possibile realizzare dei centri di ricerca, per le colture, sugli abbinamenti delle piante per migliorare la quantità prodotta, fitofarmaci naturali etc., poiché le dimensioni dell’azienda agricola lo permettono.
5. Passo: Conferimento diretto alle Cooperative di consumo
Per evitare il collo di bottiglia della grande distribuzione, che se da un lato permette la commercializzazione dei prodotti su tutto il territorio nazionale, non permette agli agricoltori un’adeguata sopravvivenza, sarà necessario organizzare delle vere cooperative di distribuzione dei prodotti agricoli, per un mercato già pronto ad assorbire la produzione locale.
Dal produttore al consumatore, a prezzi ragionevoli e razionali.
Progetto: Filiera Corta e Prodotti Agricoli Controllati
IRP propone di sensibilizzare la popolazione al consumo di prodotti locali, aggiungendo un serio controllo sulla qualità (via NRM – Risonanza Magnetica Nucleare, una sorta di carta di identità del prodotto), e una proposta di controllo funzionale della nostra alimentazione.
Elemento chiave nella prevenzione alla salute.
Alcuni articoli sulla Riforma Agraria
Cooperative Agricole: Un programma quinquennale
Ecologia Proutista e Sviluppo Economico – Ravi Batra