Per la precisione, il Prout non è una teoria esoterica, ma un insieme di principi guida per l’amministrazione della società, nei suoi diversi campi. Si può definire una teoria pratica, perché non poggia su concetti eleganti e astratti, ma su ciò che in realtà può funzionare e generare il massimo benessere per la popolazione. E’ un’idea che rivaleggia con il capitalismo e il comunismo. Sarkar, comunque, non la presenta come una reazione alla bancarotta intellettuale dei sistemi socio-economici odierni, quanto invece un paradigma universale e quindi valido per un lungo tempo a venire. Egli infatti vede il capitalismo e il comunismo come fasi transitorie nell’ambito del “ciclo sociale”[2], occorso nelle diverse civiltà.
concetti di progresso
e risorse
da I Fondamenti del Sistema Economico Prout
Dr. Ravi Batra
Prout è l’acronimo che P.R. Sarkar[1] ha assegnato alla sua filosofia economica, sociale e politica. Deriva da ciò che egli chiama “Teoria della Utilizzazione Progressiva” e cioè “pro” da Progressiva, “u” da Utilizzazione e “t” da Teoria, che sommate diventano Prout. Prout è una teoria socio-economica che unisce la spiritualità all’efficienza produttiva e alla giustizia distributiva. L’egalitarismo Marxista e il senso di giustizia di Rawls, emergono in essa come principi di moralità, qualcosa che beneficia spiri-tualmente sia l’individuo che la società. La sua visione economica, industriale e di governo, la troviamo sparsa nei suoi scritti. In questo capitolo e negli altri ho raccolto tutti i concetti sparsi negli scritti di Sarkar, in un tema coerente e valutati alla luce delle moderne teorie economiche. Il contributo di alcuni suoi studenti è stato di grande utilità a questo riguardo.
Per la precisione, il Prout non è una teoria esoterica, ma un insieme di principi guida per l’amministrazione della società, nei suoi diversi campi. Si può definire una teoria pratica, perché non poggia su concetti eleganti e astratti, ma su ciò che in realtà può funzionare e generare il massimo benessere per la popolazione. E’ un’idea che rivaleggia con il capitalismo e il comunismo. Sarkar, comunque, non la presenta come una reazione alla bancarotta intellettuale dei sistemi socio-economici odierni, quanto invece un paradigma universale e quindi valido per un lungo tempo a venire. Egli infatti vede il capitalismo e il comunismo come fasi transitorie nell’ambito del “ciclo sociale”[2], occorso nelle diverse civiltà.
Il sistema Prout sembra non essere di natura effimera perché, a differenza dei predecessori, è basato sulla psicologia umana, sui valori spirituali e sul concetto di evoluzione. Per la medesima ragione diventerebbe, perciò, applicabile in tutti i paesi.
Il Concetto di Progresso
Per comprendere il Prout è necessario partire dal suo concetto di “progresso”. Nella comune accezione il termine “progresso” è associato all’avanzamento tecnologico e scientifico, o qualsiasi altra cosa che renda più confortevole la vita. Si dice infatti che l’umanità ha fatto passi da gigante, o è progredita, perché la vita oggi sembra più confortevole di alcuni secoli fa. Oggi si può viaggiare veloci con le automobili e in aereo, mentre secoli addietro si viaggiava a dorso di cavallo o su carri trainati da buoi. Se andiamo ancora più indietro nel tempo gli esseri umani si spostavano a piedi. Il progresso è inteso comunemente perciò, come un aumento dei confort generato dalle invenzioni scientifiche, che ci hanno reso la vita più facile sia a livello materiale che intellettuale. L’invenzione della carta ha favorito la divulgazione delle idee dei saggi, oggi tutti possono leggere romanzi, letteratura e notizie. Le scoperte scientifiche sono state responsabili degli enormi avanzamenti che l’umanità ha fatto nel campo materiale e intellettuale.
Per Sarkar questo non si può definire progresso. A dire il vero, la scienza ha generato grandi cambiamenti nello stile di vita, ma Sarkar non vede queste innovazioni come progresso, perché gran parte delle scoperte scientifiche hanno creato problemi che prima non esistevano. La maggiore velocità di spostamento oggi ha aumentato il rischio di incidenti; l’industrializzazione ha avuto come controparte l’aumento dell’inquinamento ambientale e l’emergenza di molte malattie correlate, sconosciute in passato. La medicina moderna cura velocemente, ma genera degli effetti collaterali che richiedono ulteriori trattamenti. Anche nel campo intellettuale ci sono molti tipi di intrattenimenti e una grande varietà di oggetti in grado di mantenere occupata la mente, ma oggi molti soffrono di problemi emozionale e nevrosi, una volta sconosciuti. L’aumento dei confort esistenziali, nel campo fisico e intellettuale, sono stati accompagnati da effetti collaterali deleteri; chi può affermare che vi sia stato un vero progresso? Sarkar si spinge oltre affermando che il progresso è impossibile nella sfera materiale e intellettuale, se non è accompagnato, allo stesso tempo, da un parallelo avanzamento spirituale e umano. In altre parole il termine “progresso” nella sfera fisica e intellettuale è improprio [4, pp. 254-62].
Perché non vi può essere progresso nella sfera fisica e intellettuale? Perché ogni cambiamento in questi campi è sempre accompagnato da un movimento negativo? La ragione sta nella natura stessa dell’universo, che esiste in forma vibrazionale e nel quale coesistono forze positive e negative.
La nostra terra e la sua atmosfera sono finite. Ogni vibrazione positiva al suo interno deve essere controbilanciata da una vibrazione negativa. In questo modo qualsiasi invenzione che crea un effetto positivo nella condizione fisica, deve per forza essere controbilanciata da un effetto negativo che genera disagio. In forza della naturale interdipendenza del mondo fisico, non sorprende perciò che i risultati di nuove tecnologie portino con sé degli effetti collaterali negativi. Se la vita diventa più facile per alcuni aspetti, per altri diventerà più dura. Nessuno può lodare la scienza e la tecnologia come una assoluta benedizione.
Il postulato di Sarkar, che a livello fisico, il progresso sia impossibile, sembra poggiare su solide basi. Appare incredibile, ma ha una sua logica interna. E oggi con i risultati costruttivi e distruttivi della scienza ciò è diventato visibile. Potete pensare ad una qualsiasi invenzione che abbia ridotto la noia della vita e che non abbia apportato allo stesso tempo rischi e pericoli? Il lavoro ripetitivo è monotono. Quando arrivarono le macchine il lavoro sembrava più piacevole di prima. Se la lavastoviglie lava i nostri piatti, il condizionatore rinfresca le nostre stanza, la lavatrice pulisce i nostri vestiti, l’automobile sostituisce le nostre passeggiate, la vita diventa veramente un sogno rispetto a ciò che i nostri progenitori dovettero sperimentare in un mondo senza scienza. Ma essi non ebbero a che fare con le scariche elettriche, incidenti mortali, inquinamento di aria, acqua, terra, inquinamento da rumore ed elettromagnetico, fumi d’automobili, congestione urbana, super-individualismo, crimini ed altro ancora.
In verità i danni arrecati dalle invenzioni variano in modo direttamente proporzionale alle prospettive di confort. Il carbone ha provocato inquinamento e così il petrolio. Le centrali nucleari, un’immensa riserva di energia, non sono altrettanto inquinanti. Ma sono molte volte più mortali delle tradizionali sorgenti di energia. Possiamo scampare all’inquinamento da carbone e petrolio, ma non da quello nucleare. Ti segue ovunque vai.
L’energia solare sembra portare maggiori promesse delle centrali nucleari. Ma solo perché non sono ancora conosciuti i suoi pericoli ed effetti negativi. Ogni strumentazione scientifica nasconde invisibili pericoli che diventano apparenti solo molto tempo dopo. Quando utilizziamo nuove tecnologie, ne accettiamo gli aspetti positivi ma facciamo difficoltà ad accettare i problemi collaterali. E’ una logica e un modo sbagliato di pensare.
Sarkar corregge questa abitudine dicendo che gli effetti collaterali di ogni invenzione sono inevitabili, perché l’universo è, per sua natura, vibrazionale e ogni cambiamento fisico che produce confort, deve essere controbilanciato da un equivalente cambiamento fisico che produce danni.
Questo significa che dobbiamo scartare la scienza? Per nulla. Con i nostri insormontabili problemi concernenti il fabbisogno di energia, l’aumento della popolazione e inquinamento, sarebbe impensabile ritornare ai giorni prescienza. Tutto ciò che si può dire è che dovremmo essere più cauti con le invenzioni. Prima di tradurre le nuove invenzioni in tecnologia industriale, dovrebbero essere indagati a fondo i relativi effetti collaterali, e dovrebbero essere allocati investimenti adeguati per controllare le emissioni dannose. Qualche ulteriore indicazione sarà data nel capitolo successivo, riguardante l’ambiente.
Progresso nella sfera intellettuale
Se considerare progresso, il movimento nella sfera materiale, è alquanto dubbio, le cose non stanno meglio per il campo intellettuale. Sembra che il mondo abbia fatto passi da gigante nell’ambito dello sviluppo intellettuale. Ci sono più docenti oggi che nel passato. I laureati abbondano in ogni paese e molte persone scrivono e leggono molto. Ma è tutto successo senza costo alcuno? Nel passato la gente era intellettualmente arretrata, ma non soffriva di nevrosi e stress. Una persona poco istruita è meno incline, dei cosiddetti sapienti, a disturbi psichici. Questi creano problemi inutili nel proprio immaginario e sperimentano notti insonni. Quindi anche nel campo dell’intelletto non vi è progresso, anzi è impossibile, perché la sensazione dell’aumentato piacere sembra controbilanciata da una sensazione di sofferenza.
Il barometro del progresso in ultima analisi potrebbe essere il piacere mentale, definibile come una vibrazione mentale espressa attraverso il rilassamento del sistema nervoso. Vale a dire, il piacere non è altro che una vibrazione emessa da un sistema nervoso rilassato. Dall’altra il dolore è l’esperienza opposta.
Nella valutazione dell’impatto della scienza, in genere, le persone focalizzano la propria attenzione su ciò che genera questa piacevole sensazione, cercando di ignorare le tensioni che provoca nelle nostre vite. Il fatto che i cambiamenti scientifici aumentino sia il piacere che il dolore, ci consente di affermare che il progresso non sia possibile nella sfera materiale.
La stessa cosa vale per l’aspetto intellettuale. In qualunque stato mentale ci troviamo, la mente sperimenta o il piacere o il dolore. Potrebbero verificarsi casi di soppressione mentale, negazione o situazioni di sconforto, ma tali stati mentali non durano a lungo. Generalmente la mente è felice o infelice. Le attività intellettuali aumentano senza dubbio la sensazione di piacere. La vittoria in una sfida intellettuale spesso è porta a contentezza o gioia sfrenata. Poi la stessa persona sperimenta, in altri aspetti della propria mente, la stessa quantità di dolore. La ragione sta nel fatto che la mente umana ha un certo volume. La pura analisi intellettuale e il solo studio non aumentano la sua massa; aumentano invece la attività e il gioco delle idee all’interno di una data arena intellettuale. Con un numero maggiore di pensieri che attraversano un dato volume intellettuale, l’inevitabile risultato è un aumento dei conflitti mentali. Di conseguenza si sperimenta un crollo psicologico, una nevrosi e, nei paesi più sviluppati, vi è un sempre più crescente bisogno dell’intervento psichiatrico.
Progresso nella sfera soggettiva
E’ realizzabile allora in qualche maniera il progresso? La risposta è sì. L’esistenza umana poggia su tre aspetti: fisico, mentale e spirituale. Mentre per i primi due aspetti non si può parlare di progresso, per il terzo è possibile. L’aumento della felicità, nella sfera spirituale, non è neutralizzata da un aumento della sofferenza.
Che cos’è l’attività spirituale? L’azione che permette alla mente di avvicinarsi sempre di più alla propria entità testimoniante, è definita attività spirituale. L’entità testimoniante è la facoltà mentale degli esseri umani che supporta l’azione mentale, che permette la testimonianza della azione stessa. Ad esempio quando una persona sta sognando, durante il sonno profondo, una qualche altra entità dovrà essere testimone del fatto che questa persona sta sognando. E’ grazie a tale testimonianza che la persona ricorda il sogno il giorno successivo. La mente e l’entità testimoniante devono perciò essere due cose distinte. L’entità testimoniante della mente è chiamata a vario titolo spirito, anima o atman. La somma totale di tutte queste anime è definita come Dio o Paramatman. Definito in questo modo Dio dovrebbe esistere, perché l’entità testimoniante deve esistere per ogni e ciascuna mente. Dio, o entità cosmica, è perciò l’ultima entità testimoniante.
Da notare che non c’è nulla di misterioso, al riguardo di Dio, se definito in questo modo. Il fatto che possa esistere un’entità testimoniante che supporta l’azione mentale è solo logico. Quando siamo coscienti dell’azione, sembra che l’entità testimoniante non sia presente. Quando non siamo coscienti delle azioni, come nel caso del sonno, la memoria del giorno dopo proverebbe l’esistenza di un’entità che coesiste con ogni mente. La somma totale di tali entità viene definito Dio. Si può assegnare ad essa qualsiasi nome, ma importante è il fatto che essa esiste.
Dio è un’entità infinita e non può essere misurato dalla mente umana. La mente non è neppure in grado di misurare la propria anima, il supporto alle sue proprie azioni mentali. Gli sforzi che facciano per entrare in contatto con Dio, è ciò che chiamiamo attività spirituali. L’obiettivo perciò nella sfera spirituale è di carattere infinito e non finito. Questo è il motivo per cui ogni risultante sensazione di piacere in questo campo non è accompagnata da alcun dolore, infelicità o miseria. Questo è definito vero progresso. Nell’arena spirituale, infatti, non vi è movimento negativo; ogni forzo aiuta la marcia in avanti non accompagnata da effetti collaterali.
Le attività spirituali includono la meditazione e uno stile di vita di altruista. Senza un sentimento di servizio, senza provvedere ai bisogni di chi ha bisogno, la marcia verso l’entità suprema diventa impossibile. Poiché l’obiettivo della menta è l’entità infinita, una vita spirituale ha come risultato l’espansione della mente in volume e in massa. Di conseguenza i conflitti mentali diminuiscono e il sistema nervoso si rilassa. La persona sviluppa una mente aperta, desiderosa di condividere le sofferenze altrui e pronta a servire disinteressatamente la società. Quando anche una comunità sviluppa rispetto per queste persone morali e sensibili ed emulano il loro comportamento, si sviluppa in esse un senso di felicità non controbilanciato da alcuna sofferenza, definibile progresso a livello sociale. Il grado di altruismo è perciò il vero metro di misura del progresso sociale, non tanto lo sviluppo materiale, e nemmeno i raggiungimenti intellettuali.
Mentre il progresso reale, è impossibile nella sfera materiale e intellettuale, Sarkar non sostiene che le mire scientifiche e intellettuali debbano essere abbandonate. Al contrario, egli stesso è una grande personalità nel campo scientifico e letterario. Ma insiste che l’avanzamento scientifico debba essere “spiritualizzato”, ciò significa che dovrebbe essere accompagnato, allo stesso tempo, dallo sviluppo interiore, attraverso le pratiche spirituali. Perché tali pratiche ci aiutano a controllare il nostro corpo e la nostra mente. In questo modo potranno essere messi sotto controllo tutti gli effetti negativi sull’organismo umano, derivanti dallo sviluppo scientifico e intellettuale.
Nuove tecnologie hanno aumentato lo stress esistenziale. Dobbiamo prendere un sempre maggior numero di decisioni, in minor tempo; dobbiamo muoverci da un posto all’altro più velocemente per allinearsi alla velocità delle macchine. Tutto ciò stressa il nostro sistema nervoso, il cervello e il cuore. Le malattie di cuore e le sofferenze mentali sono i prodotti inevitabili della scienza e della tecnologia. Le pratiche spirituali, che calmano la mente e il sistema nervoso, sono perciò uno strumento indispensabile se intendiamo controllare la scienza e non esserne da essa controllati.
Il concetto di progresso di Sarkar, ha profonde implicazioni per l’umanità. Suggerisce che cambiamenti scientifici e trasformazioni intellettuali, non accompagnati da un avanzamento spirituale, portano non solo al degrado nella sfera fisica e ambientale, ma anche al razzismo, bigotteria e conflitti sociali. Durante tutto il corso del 21mo secolo, una miriade di rimarchevoli invenzioni e nuove teorie hanno trasformato totalmente il nostro stile di vita. Ma spiritualmente non abbiamo fatto un passo avanti, anzi siamo tornati indietro. Di conseguenza, le guerre e i conflitti sono stati più cruenti che in tutta la storia passata. L’aumento di egoismo, crimini, droghe e inquinamento ambientale hanno tentato di distruggere il delicato equilibrio del nostro finito pianeta. La morale è che i cambiamenti nella sfera fisica e mentale, senza un avanzamento spirituale, in ultima analisi, possono essere autodistruttivi.
il concetto di risorse
Un altro concetto introdotto da Sarkar è relativo alle risorse. Per risorse normalmente di intende uno stock di capitale, lavoro, terra, ricchezze minerarie, livello di educazione, conoscenza e tecnologia. Il concetto di risorse di Sarkar include queste ed altre ancora. Come al solito Sarkar inizia con i concetti fondamentali. Egli distingue tra risorse disponibili agli individui e risorse disponibili alla società. Anche se tale distinzione con il tempo viene meno, è comunque utile tenerla a mente. Non tutte le risorse individuali potrebbero essere disponibili per l’utilizzo sociale.
Risorse individuali
Consideriamo le risorse individuali di tre tipi: fisiche, mentali e spirituali. Il significato di risorse fisiche è ovvio; derivano dallo stato del corpo umano, la sua salute, e le potenzialità. Migliore è la salute fisica maggiore la capacità di lavorare e di sviluppo individuale. La risorsa mentale include la mente e l’intelletto. In questo campo le risorse sono costituite dalla conoscenza, l’educazione e istruzione, capacità, ciò che in economia viene definito capitale umano. Le risorse umane sono più sottili delle risorse fisiche. Ciò che viene concepito come pura idea è considerato sottile e ciò che viene considerata un’idea e allo stesso tempo anche una realtà fisica viene considerato grossolano. Le nostre capacità fisiche dipendono molto dallo stato mentale, intelligenza e stamina. Nello specifico le risorse mentali sono le idee, i concetti, linguaggi, letteratura, arte, invenzioni scientifiche e tecniche e così via.
Il terzo tipo di risorsa individuale è quella spirituale, derisa oggi dagli intellettuali, ma la più importante per il benessere sia individuale sia sociale. Le risorse spirituali si riferiscono alla conoscenza e alle tecniche per l’espansione e l’allargamento degli orizzonti mentali. Si riferiscono all’onestà, integrità personale, spirito di sacrificio, compassione di cui ogni individuo è capace. Le risorse spirituali sono le più sottili tra i tre tipi e le più difficoltose da acquisire. Ma il punto è che non possono essere tralasciate in una seria discussione concernente il benessere sociale, un fatto che i moderni economisti e sociologi non sono stati in grado di apprezzare.
Risorse disponibili alla società
Esploriamo le risorse disponibili alla società. L’universo è composto da 5 fattori fondamentali: eterico, aereo, luminoso, liquido e solido. Il fattore eterico corrisponderebbe allo spazio, il fattore aereo a tutti i gas, il fattore luminoso a tutta la luce e il fuoco, il fattore liquido all’acqua e ai liquidi in generale, il fattore solido alla terra, rocce, minerali ecc. Per Sarkar questi 5 fattori fondamentali costituiscono le risorse ‘crude’ disponibili alla società. La fisica moderna traccia la nascita dell’universo a partire dal fattore aereo. Qualche decina di miliardi di anni fa, dal Big-Bang si è generata una gigantesca massa gassosa e da questa si sarebbero generati gli elementi luminoso, liquido e solido. Ma che cosa ha dato supporto a questi elementi? Null’altro, afferma Sarkar, che il fattore eterico.
Sarkar usa i propri termini per descrivere le risorse sociali, che definisce “mondane” e “sopramondane”. Entrambe portano con sé un significato più ampio dei corrispondenti termini usati convenzionalmente. Le risorse mondane includono non solo le capacità fisiche individuali e il capitale fisico, ma anche i cinque fattori fondamentali a disposizione della società: energia, elettromagnetismo, luce, acqua, gas, minerali, terra, spazio, ecc. Le risorse sopramondane, di contro, corrispondono alla eredità sociale di natura sottile come il capitale umano e intellettuale, invenzioni, tecnologia, storia, letteratura, poesia, arte, e via di seguito. Il concetto di ricchezza sociale, di Sarkar, sembra avere una connotazione più ampia della tradizionale interpretazione degli economisti moderni.
[1] Prabhat Rainjana Sarkar, non è solamente un grande spiritualista, ma anche un grande filosofo, storico ed economista. Tutto ciò di cui scrive è originale nuovo. Il suo pensiero è destinato a portare benessere e felicità all’umanità e un ordine sociale alla collettività, sempre più afflitta da egoismo, crimini e terrorismo. Posso affermare questo dopo una attenta analisi dei suoi multiformi scritti. Se avrete modo di leggerli anche voi con mente aperta, scoprirete una miniera di preziose idee. (per es. vedi: Prout Economics – P.R. Sarkar)
[2] Ciclo Sociale: la teoria della ciclicità degli eventi e della dominazione sociale. Il ciclo sociale di Sarkar definisce 4 classi psicologiche presenti nella società, con le proprie regole, psicologia e aspettative. Esse a livello collettivo si alternano nel dominio della società.