sistema cooperativo 

E’ estremamente importante per la sicurezza sociale fornire cibo, vestiario, casa, istruzione e cure mediche. Queste cinque necessità di base sono indispensabili per elevare il tenore di vita della gente. Per garantirle, deve essere adottato il principio della ‘produzione basata sul consumo’.

 Cooperative Agricole 

soc_coop2Speciale enfasi dovrebbe essere data alla produzione agricola, perché provvedere cibo è di vitale importanza e per questo il sistema cooperativo dovrebbe essere rapidamente diffuso. Secondo PROUT non troppe persone dovrebbero essere impegnate in agricoltura. Piuttosto, una parte cospicua della popolazione dovrebbe dipendere dall’industria. Una percentuale tra il trenta ed il quarantacinque per cento della popolazione, non di più, dovrebbe essere impiegata nel settore agricolo.

La terra è di solito divisa in appezzamenti economici e non-economici a seconda della produttività. Gli appezzamenti economici sono quelli in cui il prezzo di mercato del prodotto è superiore al costo di produzione incluso capitale, manodopera e macchinari. Le terre che producono ricchezza agricola economicamente in grado di durare – cioè dove la produzione supera i fattori di produzione – sono chiamate “appezzamenti economici”.

Gli appezzamenti non economici sono quelli in cui il prezzo di mercato del prodotto è inferiore al costo di produzione dopo aver incluso le spese di tutti i fattori produttivi. Dato che gli appez-zamenti non economici non sono convenienti, i proprietari terrieri di solito evitano di coltivarli. Nell’economia rurale di un paese come l’India, se un villaggio è visto come una unità di produzione, comunque ci possono essere molti piccoli lotti di terra che non sono usati per la produzione di raccolti perché sono non economici.

Nel processo di realizzazione dei principi del PROUT, la questione della rivoluzione agraria sorgerà automaticamente. Come ho già detto, il terreno agricolo dovrebbe essere incluso in una gestione amministrativa di tipo cooperativo, ma il sistema cooperativistico dovrebbe essere introdotto in quattro fasi.

 

 Prima fase 

Nella prima fase della socializzazione della terra, il PROUT non solleverà la questione dei limiti massimi delle dimensioni dei terreni, ma sarà proibita la vendita di terreno agricolo e gli appezzamenti non economici saranno inclusi nella gestione cooperativa. La responsabilità della coltivazione di queste terre non ricadrà sui proprietari ma sulle cooperative sotto l’egida diretta del governo e con la sua assistenza.

In questa fase i proprietari degli appezzamenti terrieri non economici in ciascun villaggio diventeranno membri delle coopera-tive. Così membri delle cooperative saranno solo coloro che avranno unito la loro terra ad altri, per rendere economici gli appezzamenti terrieri che non lo erano. I proprietari daranno in gestione la loro terra e in questa fase ne rimarranno i possessori. Nei casi in cui essi impieghino manodopera per la coltivazione, il cinquanta per cento del profitto netto andrà ai proprietari ed il rimanente cinquanta ai lavoratori che operano nelle cooperative.

In questa fase i fiumi e le vie d’acqua di un villaggio dovrebbero essere sfruttati per il benessere comune. Costruendo ad esempio degli argini e piccole dighe sui fiumi, si otterrebbero riserve d’acqua per l’irrigazione su vasta scala, produzione di elettricità ed industrie basate sui bisogni locali.

Si devono anche muovere i primi passi per alleviare la pressione della popolazione sulla terra. Una percentuale crescente della popolazione rurale dovrà essere impiegata nell’industria attraverso la costituzione di industrie per la produzione di attrezzature agricole e agrico-industrie. Si dovrebbero prendere provvedimenti per la conservazione dei raccolti mediante la costruzione di magazzini e di depositi refrigerati sotto il controllo degli enti amministrativi locali. Le cooperative dovrebbero essere fornite di trattori, concimi, sementi, pompe per l’acqua ed altre attrezzature agricole attraverso le cooperative di produzione. Le cooperative di consumo forniranno alla popolazione rurale i prodotti necessari per l’uso quotidiano.

I lavoratori agricoli, lavoratori senza terra, braccianti e mezzadri rientreranno nel campo d’azione delle cooperative nella fase iniziale della costituzione in cooperativa. A partire da questa fase, il sistema d’istruzione nelle aree rurali dovrebbe essere completamente riformato. Per suscitare lo spirito di cooperativa tra le gente, dovrebbe essere avviato un ampio programma di tirocinio ed istruzione, ma l’educazione morale deve avere la precedenza su qualsiasi altra cosa, in modo che la gente non dia maggiore importanza agli interessi personali a spese dell’interesse collettivo.

 

 Seconda fase 

Nella seconda fase di realizzazione delle cooperative agricole gli appezzamenti economici dovrebbero venire inglobati in una gestione cooperativa. Solo dopo aver incluso tutti gli appezzamenti non economici di un villaggio, nella gestione cooperativa, si dovrebbero inglobare anche gli appezzamenti economici. In questa fase sarà facile applicare in modo esteso la scienza e la tecnologia all’agricoltura, per un aumento della produzione.

In questa seconda fase tutti dovrebbero essere incoraggiati ad unirsi al sistema cooperativo. Il profitto netto verrà aumentato in favore dei lavoratori che operano nelle cooperative: il venticinque per cento del profitto netto andrà ai proprietari terrieri ed il settan-tacinque per cento ai lavoratori. Qui il termine lavoratori indica coloro che impiegano il proprio lavoro fisico o psichico all’interno della cooperativa. I proprietari ne beneficeranno in due modi. Primo, come proprietari, otterranno il venticinque per cento del profitto netto del prodotto derivato dalla terra e, secondo, se fanno parte della forza lavoro della cooperativa avranno diritto ad una parte di quel settantacinque per cento del profitto distribuito tra i membri della cooperativa.

In questa fase, l’enfasi deve essere posta sulla creazione rapida e su vasta scala di agro-industrie, macchinari per l’agricoltura e di agrico-industrie, in modo tale che la popolazione rurale dipenda più dall’industria che dall’agricoltura. Con lo sviluppo di tali industrie, rilievo simultaneo dovrebbe essere posto alle riforme educative e culturali per sviluppare ulteriormente la mentalità di cooperazione della popolazione rurale.

Da questa seconda fase in poi, la produzione per il consumo aumenterà lo standard di vita della popolazione rurale e si dovranno organizzare i criteri di base della sicurezza sociale della popola-zione – cioè le esigenze minime vitali.

 

 Terza Fase 

Nella terza fase si dovrebbe effettuare la distribuzione razionale della terra e la ridefinizione della proprietà. La prima dipenderà da due fattori – l’appezzamento di terra minimo necessario per mante-nere una famiglia e la capacità dell’agricoltore di utilizzare la terra. In questa fase, i proprietari non saranno in grado di impiegare singoli lavoratori, lavoratori senza terra o mezzadri per la coltiva-zione della terra, ma sarà più vantaggioso per loro partecipare piena-mente al sistema cooperativo.

In questa fase sarà facile creare grandi cooperative con ampia applicazione della scienza, e comunque queste cooperative non avranno niente in comune con le enormi aziende collettive dell’Unione Sovietica o della Cina. Se si permette alle cooperative di diventare estremamente grandi, sarà difficile utilizzare le risorse naturali in modo efficiente e questo porterà a complicazioni nel set-tore della produzione. Uno dei principali difetti delle fattorie collettive nei paesi socialisti è la loro dimensione poco ammini-strabile.

Nel PROUT saranno le stesse cooperative agricole a determi-nare la propria dimensione. Mentre si costruisce un sistema cooperativo due fattori devono essere tenuti a mente:

  • primo, dovrebbe essere garantita un’elevata quantità e qualità della produzione attraverso l’applicazione della scienza e della tecnologia, mantenendo allo stesso tempo al minimo i costi di produzione
  • secondo, i membri della cooperativa devono essere incoraggiati a raggiungere il massimo sviluppo psichico e spirituale al loro livello più alto in cambio del loro minimo lavoro fisico.

 

Nella terza fase del processo di realizzazione del sistema cooperativo, sarà distribuito il cento per cento del profitto netto ai membri della cooperativa. Gli antichi proprietari si identificheranno completamente, in questa fase, con la cooperativa.

Attraverso queste tre fasi sarà possibile ridurre l’eccessiva pressione della popolazione ed impegnare dal trenta al quarantacinque per cento di essa in agricoltura. Nella seconda fase il problema della disoccupazione sarà affrontato mediante la creazione dell’industria su vasta scala ed al completamento della terza fase non ci saranno più problemi di disoccupazione per i lavoratori agricoli. Entro la fine della terza fase, il settore rurale sarà liberato dai fastidiosi problemi di produzione agricola ed industriale, disoccupazione e sicurezza sociale.

 

 Quarta Fase 

Nella quarta fase della realizzazione del sistema cooperativo non ci saranno contrasti per la proprietà della terra. I problemi agrari di ogni paese saranno risolti. Tutte le disposizioni previste dalla sicurezza sociale riguardo a cibo, vestiario, casa, istruzione e cure mediche saranno facilmente garantite. In questa fase sarà possibile utilizzare al massimo la ricchezza fisica, psichica e spirituale collettiva di ogni villaggio.

Per la realizzazione completa del sistema cooperativo, ci deve essere un’adeguata preparazione psichica attraverso lo stimolo interiore e la pressione esterna, in armonia con il fattore tempo, perché la gente non accetterà mai un sistema imposto con la forza. Un tale cambiamento nella psicologia collettiva non si verificherà in una notte, ma dipenderà dal sentimento delle persone.

Il periodo di tempo tra la prima e la quarta fase della realizzazione del sistema cooperativo può essere chiamato il periodo di transizione per la realizzazione del PROUT.

 Calcutta, febbraio 1982.

 


 Cooperative di Produzione e Consumo 

Oltre alle cooperative agricole o di agricoltori, PROUT sostiene la formazione di altri tipi di cooperative, che includono cooperative di produzione e di consumo. Le prime includono le agro-industrie, le industrie per l’agricoltura e quelle non agricole. La rendita totale di tali cooperative andrebbe distribuita tra i lavoratori e i membri della cooperativa, a seconda del loro investimento di capitale individuale nella cooperativa stessa e del servizio da loro reso nella produzione ed amministrazione della cooperativa.

Allo stesso modo, le cooperative di consumo dovrebbero essere formate da persone affini che divideranno i profitti della cooperativa a seconda del loro lavoro individuale e dell’investimento di capitale. Coloro che sono impegnati nell’amministrazione di tali cooperative avranno anche diritto a ricevere uno stipendio sulla base dei servizi da loro resi alla cooperativa. Le cooperative di consumo distribuiranno i beni di consumo ai membri della società a prezzi ragionevoli.

I prodotti possono essere divisi in tre categorie–prodotti primari essenziali come riso, legumi, sale e vestiario; prodotti semi-essenziali come olio e sapone antisettico, e prodotti non-essenziali come gli articoli di lusso. Se gli incettatori creano ammanchi artificiali di prodotti non-essenziali, la gente comune non ne risentirà, ma se accumulano prodotti essenziali allora ne soffrirà tremendamente. Questa situazione potrà essere evitata se le cooperative di consumo compreranno i prodotti essenziali direttamente dalle cooperative di produzione o da quelle agricole.

I capitalisti ammassano prodotti essenziali e creano una scarsità artificiale per ottenere il massimo profitto. Come risultato i consumatori pagano prezzi inflazionati per i prodotti essenziali e, a volte, si ritrovano perfino nella situazione in cui tali prodotti non sono nemmeno disponibili. Intermediari e speculatori creano scarsità artificiale di prodotti essenziali sapendo che la gente li comprerà sicuramente, addirittura chiedendo prestiti, ma pochi chiedono prestiti per comprarsi beni di lusso. Se la distribuzione di prodotti essenziali avverrà tramite cooperative di consumo, intermediari e speculatori saranno eliminati.

I prodotti dovrebbero venire forniti alle cooperative di consumo sia dalle cooperative  agricole che da quelle di produzione. I prodotti che non vanno direttamente dalle cooperative agricole a quelle di consumo dovrebbero essere prodotti dalle cooperative di produzione. Inoltre i prodotti che non derivano da coltivazione dovrebbero derivare obbligatoriamente dalle cooperative di produzione. Per esempio le cooperative agricole o di produzione che producono filo di cotone o di seta dovrebbero vendere il filo a cooperative di tessitori che possono produrre stoffa sui loro telai meccanici. Anche i telai a mano possono essere usati quando sia richiesto un lavoro dal disegno complicato, ma generalmente le cooperative di tessitori dovrebbero istallare i più avanzati telai meccanici. A loro volta le cooperative di tessitori riforniranno le cooperative di consumo.

Il numero di articoli considerati prodotti essenziali dovrebbe essere continuamente e progressivamente rivisto ed ampliato in base ai cambiamenti nel tempo, nello spazio e nelle persone. Tali revisioni dovrebbero essere compiute dal governo e non dal consiglio di amministrazione di una particolare cooperativa. Quello che è considerato un prodotto semi-essenziale oggi può essere trattato come essenziale domani. I prodotti semi-essenziali che possono essere danneggiati da carestie artificiali che provocano sofferenza alla gente comune, dovrebbero essere prodotti dalle cooperative di produzione. La produzione dei beni di lusso può essere lasciata nelle mani del settore privato. I prodotti essenziali o i servizi di natura non-agricola che rientrano nella sfera delle cooperative di produzione e che richiedono ampi investimenti di capitale, dovrebbero essere gestiti dal governo. Il sistema ferroviario ne è un esempio.

Così, per la realizzazione di una società sana, le cooperative agricole, le cooperative di produzione di prodotti essenziali e le cooperative di consumo di tali prodotti sono indispensabili.


 Cooperative e azionariato 

Nel sistema cooperativo non ci dovrebbe essere alcuna possibilità di profitto da azionariato;
cioè, non ci dovrebbe essere guadagno azionario nelle cooperative. Piuttosto, le azioni devono essere gestite in accordo alla produttività della terra. Se ci sono guadagni da azioni, nelle cooperative agricole o di agricoltori, allora queste azioni saranno vendute nel mercato azionario, i capitalisti compreranno le quote, il tasso dei prezzi delle azioni oscillerà secondo le fluttuazioni del mercato e le cooperative diventeranno imprese commerciali.
Allo stesso modo, nelle cooperative industriali dovrebbero essere presenti ‘azioni da dividendo‘ e non da profitto, come per gli interessi bancari, alla fine anche queste cooperative diventeranno imprese commerciali.
Se ci sono guadagni da azioni speculative, lo spirito del sistema cooperativo verrà distrutto e le cooperative andranno nelle mani dei capitalisti.
Quindi, non ci devono essere azioni preferenziali in qualsiasi tipo di cooperativa, di agricoltori, produttori o consumatori, ma solo ‘quote di dividendi’.
Gli azionisti con azioni privilegiate, guadagnano un importo, un interesse fisso sulle loro azioni, indipendentemente dal fatto che l’impresa sia in perdita o in profitto.
P.R. Sarkar

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