Crisi di autorità e democrazia
In ogni gruppo c’e’ un fondatore, un leader, ma se questo leader impone la sua visione e la sua idea, facilmente si scontra poi con alcuni membri del gruppo che vorrebbero una diversa forma di partecipazione nelle decisioni. Molte volte si tratta di cooperazione subordinata: il fondatore, il capo, possiede i diritti sul simbolo, sul nome o sul programma e, questa e’ la psicologia umana, ritiene “suo” quanto ha fondato, con il conseguente diritto di decidere.
by Franco Bressanin
17/12/2014
Una breve analisi su quanto succede spesso in movimenti, partiti, organizzazioni: perché alcune persone che vi hanno aderito dopo un po’ abbandonano il gruppo, magari approdando ad altri lidi?
In ogni gruppo c’e’ un fondatore, un leader, ma se questo leader impone la sua visione e la sua idea, facilmente si scontra poi con alcuni membri del gruppo che vorrebbero una diversa forma di partecipazione nelle decisioni.
Molte volte si tratta di cooperazione subordinata: il fondatore, il capo, possiede i diritti sul simbolo, sul nome o sul programma e, questa e’ la psicologia umana, ritiene “suo” quanto ha fondato, con il conseguente diritto di decidere.
Pero’ si sta dimostrando che questo tipo di cooperazione subordinata non funziona. Spesso poi ciò accade in gruppi che a parole si fondano sull’idea di democrazia – difettosa – secondo la quale tutti hanno il diritto di votare, se soddisfano a certi requisiti. E questa idea di democrazia, legata a voto e decisioni la troviamo anche nella nostra Repubblica, e non funziona.
Dare il diritto al voto a chiunque, ponendo come unico requisito la “maggiore eta’” – 16 o 18 o 20 anni, non fa differenza, oppure a chi si iscrive al gruppo, magari online, comporta avere elettori spesso totalmente impreparati, che costituiscono un pericolo in quanto facilmente manipolati da media o da ideali fasulli.
Nei gruppi o movimenti di cui sopra, troviamo persone che appoggiano il fondatore nel suo diritto a decidere per tutti e che allo stesso tempo credono in quella idea difettosa di democrazia, contraddicendosi.
Cooperazione coordinata
Un modo di operare che rimedi a queste carenze e’, come dice P.R. Sarkar, la cooperazione coordinata. Un sistema di lavorare in cui tutti sono partecipi, tutti hanno voce in capitolo, tutti si sentano responsabili del buon andamento del lavoro collettivo. Solo in questo tipo di relazione coordinata, e non subordinata, sta il successo di un gruppo o movimento.
Progetto ed obiettivo a lungo termine
Un altro requisito indispensabile è la presenza di un chiaro progetto ed obiettivo a lungo termine da raggiungere. La psicologia delle persone, soprattutto dei giovani, è tale che si sentono più ispirati da un obiettivo grande anche se lontano, piuttosto che da un piccolo obiettivo pensato come “facilmente raggiungibile”. Quando questo piccolo obiettivo non viene raggiunto, si instaura un processo di frustrazione e di rinuncia.
La strategia
La strategia per raggiungere l’obiettivo: anche questa e’ un elemento necessario per il successo del progetto: muoversi e “navigare a vista” quando si vuole cambiare l’ambiente socio-economico significa sprecare una grande quantità di energie, tornando spesso sui propri passi dopo aver compiuto errori.
La strategia deve quindi consistere nel programmare dei passi attuativi successivi, identificandone dettagliatamente tempi, metodi e difficoltà.
La formazione
Ultimo punto: la formazione: essa non consiste solo di puro trasferimento di informazioni, ma deve comprendere un sistema educativo, un addestramento alla coesione e alla solidarietà sociale, alla partecipazione, moralità, spirito di sacrificio, ecc.
Leadership: verrà estratta dal pool di persone preparate, con principi di selezione ed elezione da parte dei membri preparati della società e sarà la guida della società stessa. In questo modo, scegliendo le persone con le più alte caratteristiche sociali e morali, lo standard umano e morale della società si eleverà, eliminando alla radice corruzione e mediocrità.