Un errore dell’Europa? Avere con l’Islam un approccio solo Intellettuale
islam e occidente
“L’integralismo islamico? E’ un fenomeno interessante, da studiare. – ha affermato l’acarya – La religione islamica non ha nulla a che fare con la spiritualità, viaggia nella direzione del controllo politico (sociale e religioso), non vuole intrusioni nei suoi confini.» «Ora, gli islamici si sentono invasi. E non sono solo i poco istruiti, i fanatici ma anche gli intellettuali a sentire una sorta di perdita di autonomia, di spazi vitali. I Paesi occidentali stanno mettendo a rischio la loro politica (in Afghanistan ed in Iraq) e la loro cultura. Un errore dell’Europa è stato d’avere con l’Islam un approccio unicamente intellettuale mentre la controparte agisce su una base emotiva”.
di Claudio Beccalossi
Riprendiamo un articolo di Ac. Krtashivananda, anche se un po’ datato, ma estremamente attuale per la situazione che stiamo vivendo.
Il giudizio viene dall’ acarya (monaco) indiano Kritashivananda che dirige a Mannheim, in Germania, l’ufficio europeo del Prout (Progressive utilization theory, Teoria dell’utilizzazione progressiva) – Venuto per la prima volta a Verona nel 1977, vi fa ritorno per tenere conferenze e seminari su yoga e tantra. A Verona dal West Bengala, in India, via Mannheim, città della Germania dove risiede abitualmente da 25 anni ed in cui dirige l’ufficio europeo del Prout (acronimo di Progressive utilization theory, cioè Teoria dell’utlizzazione progressiva). Kritashivananda, acarya (monaco, in sanscrito) da circa quarant’anni ed avadhuta (sorta di “grado” nella particolare “gerarchia” religioso-spirituale) è tornato nella città scaligera per tenere un seminario su “Yoga: la scienza del vivere bene” in un ritrovo alternativo in stradone S. Fermo. L’acarya Kritashivananda, autore di varie pubblicazioni, è stato iniziato alle pratiche yoga e tantra dall’ideatore del Prout (www.prout.org), l’indiano Prabhat Rainjana Sarkar.
La “trasferta” in riva all’Adige non è una novità per il dada (termine confidenziale con cui i seguaci chiamano gli acarya): la sua prima permanenza risale addirittura al 1977. Allora come nei giorni scorsi indossava la caratteristica veste monacale ed il turbante indiano, rigorosamente arancione. “Il colore arancione – spiegò nel corso d’una sua visita a Verona nel 1988 – racchiude due significati: la rinuncia a qualsiasi identità per adottarne una universale ed il dinamismo al servizio e nella disponibilità verso il prossimo. L’arancione, inoltre, provoca un particolare effetto positivo sulla mente.”
Profondo conoscitore delle realtà sociali ed economiche internazionali avendole “viste da vicino”, Kritashivananda, stimolato dalle domande dei presenti al seminario, ha voluto soffermarsi sull’attuale, teso rapporto tra Islam ed Occidente. «L’integralismo islamico? E’ un fenomeno interessante, da studiare. – ha affermato l’acarya – La religione islamica non ha nulla a che fare con la spiritualità, viaggia nella direzione del controllo politico (sociale e religioso), non vuole intrusioni nei suoi confini.» «Ora, gli islamici si sentono invasi. E non sono solo i poco istruiti, i fanatici ma anche gli intellettuali a sentire una sorta di perdita di autonomia, di spazi vitali. I Paesi occidentali stanno mettendo a rischio la loro politica (in Afghanistan ed in Iraq) e la loro cultura. Un errore dell’Europa è stato d’avere con l’Islam un approccio unicamente intellettuale mentre la controparte agisce su una base emotiva. Un’azione di una parte di tipo intellettuale (quella occidentale) contro un’altra di genere emotivo, istintivo (l’islamica).» «L’Occidente deve adeguarsi adottando un comportamento simile. – ha suggerito Kritashivananda – Lo stesso metodo di ricerca dei colpevoli degli attentati dell’11 settembre 2001 non ha contemplato l’immedesimazione nella mentalità, nell’ideologia, nel retroterra dei terroristi. Loro, i terroristi, credono caparbiamente che il mondo intero diventerà islamico e che dopo morti andranno in un paradiso nonostante l’enormità del male fatto.»
Claudio Beccalossi
Domenica, 16 Aprile 2006
http://www.venetidelmondo.com/marcopolo/viewarticle.php?ID=466