Critica costruttiva al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: PNRR
PNRR: Modernizzazione del Paese
Il Piano di Rilancio del Governo è costruito intorno a quattro linee strategiche:
- Modernizzazione del Paese
- Transizione ecologica
- Inclusione sociale e territoriale
- Parità di genere.
Modernizzare il Paese significa, anzitutto, disporre di una Pubblica Amministrazione Efficiente, digitalizzata, ben organizzata e sburocratizzata, veramente al servizio del cittadino. Modernizzare il Paese significa, inoltre, creare un ambiente favorevole all’innovazione, promuovere la ricerca e utilizzare al meglio le tecnologie disponibili per incrementare la produttività dell’economia e la qualità della vita quotidiana.
Modernizzare seguendo tale percorso è inoltre presupposto per la realizzazione della transizione ecologica, che consideriamo il secondo pilastro del Piano di rilancio.
OSSERVAZIONI PROUT
La volontà di modernizzare il paese, di semplificazione burocratica e legislativa è stato un tema all’ordine del giorno fin dal tempo della Lega, circa 20 anni fa. Non ci sono stati passi significativi e sufficientemente radicali per portare a dei risultati visibili. Crediamo che prima di ogni trasformazione strutturale ci debba essere una profonda trasformazione culturale, che guidi la realizzazione delle nuove strutture in linea con le aspettative umane e sociali. L’approccio contrario di solito non ha mai funzionato. Facciamo un esempio: il cittadino per la burocrazia è considerato nella maggior parte dei casi alla stregua di un ladro o di un disonesto. Per questo motivo si sono fatte leggi e leggine tortuose per vedere di contenere queste “spinte antisociali dei cittadini”.
In una città di un paese del Nord Europa, un gruppo di italiani, per aprire 4 panifici, ha ricevuto un semplice foglio A4 con le linee guida per la struttura dei locali. Sono andati in un solo ufficio pubblico per espletare la pratica ed è stato detto loro che potevano aprire anche subito se i locali erano già a norma secondo le regole descritte nel foglio. Nel caso gli ispettori sarebbero intervenuti per apportare le modifiche necessarie… e favorire l’apertura il prima possibile. Avrebbero dato una mano al cittadino. Punto.
Qui in Italia avremmo dovuto andare in 6 uffici diversi, i tempi per i permessi variano fino a 6 mesi-1 anno, nel caso avessimo sbagliato qualche cosa ci sarebbero state sanzioni, difficilmente gli ispettori ci avrebbero aiutato… Se considerassimo il cittadino come parte integrante della grande famiglia italiana, invece che un avversario, faremo un passo avanti nei rapporti sociali e anche la burocrazia potrebbe essere semplificata creando nuove normative ed eliminando le vecchie…
PNRR: Transizione Ecologica
La transizione ecologica dovrà essere la base del nuovo modello di sviluppo su scala globale. Per avviarla sarà necessario intervenire sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta.
In primo luogo, occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. In secondo luogo sarà necessario migliorare l’efficienza energetica delle filiere produttive, degli insediamenti civili e degli edifici pubblici e la qualità dell’aria nei centri urbani e delle acque interne e marine.
OSSERVAZIONI PROUT
Siamo pienamente d’accordo sulle azioni da intraprendere, ma ci viene un dubbio rispetto a impiegare i prestiti in un sistema economico non perfettamente in equilibrio.
Migliorare l’efficienza energetica e la qualità dell’aria necessita di corposi investimenti e quindi avremmo speso sia denaro privato per le filiere produttive e interventi civili, sia denaro pubblico. Con un debito aumentato negli ultimi due anni, viene da chiedersi se i fondi europei distribuiti a pioggia possano ricreare uno sviluppo sistemico o produrranno solo delle cattedrali nel deserto? In pratica se permane lo stato di squilibrio tra agricoltura-industria al 32,5% degli occupati e il 67,5% dei servizi non produttivi, come faremo a ripagare i prestiti?
Ci spieghiamo: se i finanziamenti giungono da un sistema economico in equilibrio, dove il sistema primario è autosufficiente, dove l’utilizzo della terra in Italia è massimo, dove il sistema industriale è forte, dove c’è piena occupazione e l’economia è autosufficiente al massimo grado, allora le finanze del paese sono in equilibrio e possiamo far fronte, senza prestiti, sia ai costi della sanità, della scuola, della difesa del suolo, della transizione e riconversione ecologica, etc. in modo progressivo, con un programma esteso, ad esempio, nell’arco di 10 anni.
Si rischia, diversamente, di puntellare un sistema socio-economico, non equilibrato, che da un momento all’altro potrebbe mostrare le sue crepe, nonostante le fortissime iniezioni di liquidità della UE.
(Prout – Economia Bilanciata: https://irprout.it/?page_id=617)
PNRR: incrementare le Aree Verdi
Nell’ambito delle politiche di transizione ecologica, si ritiene prioritario incentivare una gestione efficace delle aree verdi, attraverso corposi interventi di rimboschimento e una maggiore diffusione delle stesse sul territorio urbano e periurbano.
OSSERVAZIONI PROUT
Il progetto di aree verdi cittadine e di massiccio rimboschimento del PNRR, è una buona idea. Gli alberi infatti assorbono molta acqua nelle loro radici, producono ossigeno, mitigano le alte temperature, etc.
Ma, si sa, gli alberi hanno bisogno di acqua per sopravvivere. E per portare i benefici in ogni singola area della nostra penisola dovremmo adottare un approccio decentralizzato di gestione del rimboschimento. Inoltre oggi l’acqua dolce è sempre meno disponibile e dovremmo far conto sempre di più sull’acqua di superficie (piovana), raccoglierla dove cade, immagazzinandola in bacini, laghetti sparsi, decentrati su tutto il territorio italiano.
Dovremmo perciò piantumare gli alberi, secondo P.R. Sarkar, fondatore della teoria economica PROUT, su tutte le rive dei fiumi e dei laghi, stagni, non in un solo filare ma addirittura 5 filari, poiché le piante favoriscono la piovosità e in caso di siccità rilasciano gradualmente acqua al suolo, dalle loro radici mantenendo umido il terreno. In questo modo, con un approccio scientifico all’uso dell’acqua e delle piante potremmo modificare l’equilibrio ecologico, andato perduto con i cambiamenti climatici in corso.
(Prout – Conservazione dell’acqua: https://irprout.it/?page_id=5706)
PNRR: Riconversione Ecologica
La riconversione ecologica può e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitività per molta parte del nostro sistema produttivo, anche attraverso investimenti nell’agricoltura sostenibile e di precisione, a partire dal Mezzogiorno, permettendo di conseguire una maggiore armonia con la natura, pur nel contesto di una società a forte vocazione industriale. Gioca un ruolo strategico, a tal fine, anche il sistema agricolo e forestale che, tramite il presidio e la gestione sostenibile della maggiore parte del territorio nazionale, è in grado di assorbire una significativa quota delle emissioni di gas climalteranti del sistema Paese, come evidenziato dallo European Green Deal.
OSSERVAZIONI PROUT
Il problema dell’agricoltura, ancor prima che di sostenibilità, è di natura strutturale: assorbe solo il 5,5% della forza lavoro, il 22% delle terre è solo parzialmente utilizzato, vi è poca meccanizzazione per la piccola dimensione degli appezzamenti coltivabili, e nel Centro Sud il 30,7% delle terre è sotto i 1,7 ettari per gestore. Insomma una cattiva utilizzazione della terra coltivabile (SAU). Il fatto è che se non vi è un’adeguata ristrutturazione gestionale e la creazione di appezzamenti SAU sostenibili, dove l’output supera l’input, l’iniezione di grossi finanziamenti UE non porterebbe a dei significativi cambiamenti.
Il miglior modo per rendere sostenibile l’agricoltura italiana e aumentare il numero di addetti fino al 35% della forza lavoro, secondo il PROUT, è di gestire la produzione e distribuzione dei prodotti attraverso l’associazionismo, cooperative di nuova concezione, (dopo riforma della legge Basevi nata nel 1947 e un po’ datata).
Dal 2004 al 2016 hanno chiuso 320.000 aziende agricole e di allevamento, soprattutto per la loro piccola dimensione e incapacità di competere sul mercato. Unire le terre di piccola dimensione e coltivarle collettivamente potrebbe essere la soluzione, per ottenere maggiore sicurezza finanziaria dai raccolti, realizzare una maggiore diversificazione delle produzioni e aumentare la capacità di trasformazione dei prodotti, etc., purché lo stato favorisca la loro nascita e il loro sviluppo.
(Prout – Riforma dello statuto delle cooperative: https://irprout.it/?p=3554)
(Prout – Cooperative proutiste: https://irprout.it/?page_id=589)
PNRR: Investire nella "Bellezza dell'Italia"
Per quanto attiene al lato dell’offerta, l’Italia deve diventare produttrice di beni e servizi coerenti con la transizione ecologica, quali – ad esempio – la produzione di materiali ecocompatibili, la fornitura di tecnologie per la gestione dei rifiuti urbani e industriali, la conversione all’elettrico del settore automobilistico.
Si dovrà inoltre investire nella ‘bellezza” dell’Italia e nel capillare intreccio di storia, arte, cultura e paesaggio, che costituisce il tessuto connettivo del Paese. A tal fine è necessario rafforzare la tutela dell’immenso patrimonio artistico, culturale e naturale e nello stesso tempo, promuoverne la fruizione, consolidandone le potenzialità e la capacità di attrazione di flussi turistici.
OSSERVAZIONI PROUT
Si sa che un paese non può puntare sul turismo come fondamentale risorsa per la propria economia, nemmeno sulla sola cultura, sulla bellezza, perché abbiamo già visto che in caso di calamità naturali e eventi man-made, il turismo crolla e anche le entrate finanziarie. La bellezza, la cultura, l’arte, sono corollari chiave in un paese dall’economia sana con una buona agricoltura autosufficiente e un’industria sviluppata, ma non possono diventarne elementi trainanti, per i motivi esposti.
PNRR: Inclusione sociale e territoriale
Inclusione sociale e territoriale vuoi dire ridurre le diseguaglianze, la povertà ei divari, che impediscono a molti cittadini di partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale e di godere di un tenore di vita e di un benessere considerati accettabili. A tal fine, è necessario garantire un livello più uniforme di accesso all’istruzione e alla cultura, con particolare riferimento alla conoscenza degli strumenti digitali.
Favorire l’inclusione presuppone il miglioramento della qualità della vita nei centri urbani ?? e nelle aree periferiche ??, la riduzione del gap infrastrutturale, di quello occupazionale, nonché nell’accesso ai servizi e beni pubblici, soprattutto fra Nord e Sud. Migliorare l’inclusione richiede, infine, il rafforzamento del sistema sanitario, duramente colpito dalla pandemia, per tutelare la salute di tutti.
OSSERVAZIONI PROUT
L’unità sociale è fattore chiave per iniziare un nuovo progetto paese e favorire lo sviluppo della persona, della coesione sociale, della fratellanza universale. Per ridurre le disuguaglianze la povertà e i divari dovremmo introdurre un nuovo concetto culturale (P.R. Sarkar): l’uguaglianza sociale. Esso indica che, dal punto di vista sociale, siamo tutti uguali perché esseri umani, certamente con estreme differenze, ma accomunati da tratti comuni e sono, secondo P.R. Sarkar: Esistenza, Espansione della conoscenza, Realizzazione personale.
Per l’esistenza dobbiamo soddisfare i bisogni primari, come attestato sia dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, del 1948 (Art. economici n. 25 e 26) sia dalla teoria Prout, del 1965: “devono essere assicurati a tutti/e alimenti, vestiario, abitazione, cure mediche, educazione“, attraverso un lavoro o una rendita se non si è in grado di lavorare. Ma vi è una differenza tra i due approcci: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani enuncia solamente questi come principi, mentre la teoria economica Prout spiega anche come realizzarli nel duro campo della teoria, delle riforme e delle strutture economiche.
Per l’espansione della conoscenza è necessaria ampia opportunità di istruzione ed educazione per tutti/e, la promozione dell’arte, letteratura, musica, della scienza, della ricerca per favorire lo sviluppo intellettuale.
Non ultima l’opportunità di Realizzazione personale attraverso il contributo indiscusso dei primi due fattori e le pratiche intuizionali dello Yoga e della meditazione, per lo sviluppo intuizionale (oggi non compreso nel pannello delle risorse disponibili per il progresso umano), come insegnate da P.R. Sarkar.
(Prout – Alcune specialità del sistema economico PROUT: https://irprout.it/?p=1070)
(Prout – Educazione: https://irprout.it/?page_id=43)
PNRR: Parità di Genere
La realizzazione della parità di genere richiede di intervenire sulle molteplici dimensioni della discriminazione in essere nei confronti delle donne, che riguardano, prioritariamente, la partecipazione al mondo del lavoro, la retribuzione e la qualità del lavoro, l’accesso alle risorse finanziarie, le disuguaglianze tra donne e uomini nell’allocazione del tempo dedicato al lavoro di cura, al lavoro domestico e alle attività sociali, l’uguaglianza di genere nell’accesso alle posizioni decisionali a livello, politico, economico e sociale.
OSSERVAZIONI PROUT
Qual è la base culturale per la realizzazione dell’obiettivo di parità di genere? Sarkar preferisce usare il termine “Uguaglianza sociale”, perché il termine “parità” si presta ad una diversità di interpretazioni. Oggi le donne sono discriminate per una visione miope della esistenza umana, a causa di dogmatismi, e di interessi individuali. Sarkar ha offerto il nuovo brillante concetto del Neo-Umanesimo per superare le differenze di etnia, razza, colore della pelle, di genere etc. Un elemento per la rinascita e la realizzazione di una società universale.
(Prout – I diritti delle donne: https://irprout.it/?page_id=2201)
(P.R. Sarkar – Neo Umanesimo: https://neoumanesimo.it/)
PNRR: Linee Guida Strategiche
Per realizzare le linee strategiche il Piano di Rilancio individua nove direttrici di intervento:
- Un Paese completamente digitale
- Un Paese con infrastrutture sicure ed efficienti
- Un Paese più verde e sostenibile
- Un tessuto economico più competitivo e resiliente
- Un piano integrato di sostegno alle filiere produttive
- Una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese
- Maggiori investimenti in istruzione, formazione e ricerca
- Un’Italia più equa e inclusiva, a livello sociale, territoriale e di genere
- Un ordinamento giuridico più moderno ed efficiente
Il PNRR si inquadra in questa più generale strategia del Governo e fa leva sulle risorse messe a disposizione dalla UE per contribuire alla ripresa economica del Paese. Gli investimenti e le riforme previste dal PNRR – come detto sopra – da un lato sono coerenti con la strategia di rilancio del Governo, dall’altro contribuiscono a perseguire gli obiettivi economici e sociali concordati in sede europea e a rispondere alle Raccomandazioni specifiche rivolte al nostro Paese.
OSSERVAZIONI PROUT
Abbiamo voluto mettere in evidenza alcuni punti non del tutto chiari del Piano Strategico che andrebbero rispiegati e ridefiniti. Avremmo preferito vedere come primi 4 punti del piano di ripresa, la riforma agraria, la rivoluzione industriale italiana, un programma per un’Economia Bilanciata, l’autosufficienza economica, insomma una visione di riforma economica chiave, per poter garantire massima occupazione e risolvere in un solo colpo tutti i problemi elencati più sopra dal PNRR: povertà, sicurezza del territorio, migliore educazione una forte sanità pubblica, etc.
La riforma della giustizia, l’inclusione sociale e la parità di genere, un’amministrazione al servizio dei cittadini sono programmi che non richiedono grossi investimenti e possiamo realizzarli da subito.
Per il resto, ad un forte tessuto produttivo e distributivo integrati, fondamentali ed essenziali per avviare tutte le altre riforme, forse ci arriveremo a poco, a poco, ma non è sicuro. Peccato.
Auguriamo comunque al Governo di procedere speditamente e di fare il meglio possibile per questo Piano di Azione. Se non sarà possibile realizzare gli ideali del PNRR, allora saremmo costretti a prendere in considerazione delle riforme più complete.
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