Alternative alla Cassa di Espansione del Torrente Baganza (Parma)
Uno dei problemi che da qualche anno si devono risolvere, a causa dei cambiamenti climatici e conseguenti eventi estremi, sono le precipitazioni di breve durata ed estrema intensità, che, verificatesi a monte, causano a valle esondazioni, inondazioni, trascinamento di grandi quantità di fango, ecc.
Il problema è dovuto al fatto che l’acqua caduta in breve tempo non riesce ad essere smaltita nello stesso tempo dai manufatti idrici esistenti.
Si tratta di solito di ampi bacini che coprono parecchi ettari, completi di dighe, canali, scolmatori e quanto altro serve per gestire l’opera.
Noi Proponiamo una soluzione diversa, peraltro già adottata in paesi come l’India, e che funzionano benissimo con notevoli vantaggi rispetto alle casse di espansione tradizionali.
Per capire di cosa si tratta, abbiamo preso in esame il progetto di cassa di espansione in provincia di Parma, sul torrente Baganza.
Bacino idrografico del Torrente Braganza (nel parmense)
Il PROGETTO DELLA REGIONE
Il Baganza è un torrente che scorre a sud di Parma:
- Lunghezza 50 Km
- Area di bacino 25 kmq
A sud il torrente si congiunge al Parma, altro torrente, dove è già realizzata una cassa di espansione.
A causa delle forti piogge in qualche particolare periodo dell’anno, il Baganza ha provocato inondazioni nella città di Parma e a nord nel paese di Colorno più volte in passato.
L’opera prevista per contenere le inondazioni è una cassa di espansione che coprirà un’area di circa 8 ettari contornata da 3,3 km di argini che nella parte più a nord avranno un’altezza fino a 16 metri. Sono previste anche un sistema di dighe e sbarramenti con il compito di rilasciare l’acqua del bacino in maniera graduale e controllata.
Il costo previsto è di 79 milioni di €, compresa la progettazione, i test, le espropriazioni ecc., ed i tempi sono di 4 anni e mezzo per il completamento dell’opera.
La capacità dell’opera è di 4,7 milioni di mc.
L’ALTERNATIVA PROPOSTA DA IRP
L’idea base della proposta è considerare l’acqua come una risorsa da raccogliere e conservare, e non un rifiuto da smaltire. Questo si potrebbe ottenere con numerosi laghetti distribuiti su tutto il bacino del torrente, soprattutto a monte.
Dal punto di vista della risorsa acqua si avrebbero numerosi vantaggi.
- Il primo è la possibilità di mitigare i periodi di siccità, rendendo disponibile per un arco di tempo considerevole l’acqua raccolta durante le precipitazioni, sempre più rade nel tempo e più estreme nell’intensità.
- Secondo l’acqua che filtra lentamente dai laghetti va ad alimentare e ricostituire la falda acquifera, impedendo la desertificazione attualmente in atto in varie zone dell’Italia e presumibilmente anche in questa zona, se il trend climatico continua come ora.
- Terzo la manutenzione: è già successo per la cassa di espansione sul torrente Parma che dopo 10 anni di mancata manutenzione fosse cresciuto all’interno della cassa sul Parma un bosco che si è dovuto eliminare con un vero e proprio disboscamento e risistemazione del terreno. Nel caso di piccoli laghetti il proprietario del terreno stesso può provvedere a suo carico alla manutenzione, visto che si tratta di manufatti di limitate dimensioni.
CALCOLO DELLA SPESA E DEI TEMPI
Supponendo di utilizzare la stessa cifra e gli stessi tempi, si potrebbero realizzare 10000 laghetti di circa 4700 mc di capienza. Ogni laghetto potrebbe avere dimensioni di 40 m x 40 m con una profondità di 3 m.
40 x 40 x 3 = 4800 mc, che moltiplicato per 10000, il numero dei laghetti, porterebbe ad una capacità totale di 45 milioni di mc, cioè 10 volte superiore alla capacità della cassa di espansione.
Volendo tenere la capacità uguale a quella del progetto della regione, sono sufficienti 1000 laghetti, con a disposizione 79.000€ per ogni laghetto, molto al di sopra della stima calcolata da IRP di 20000€ per ogni invaso, sulla base del progetto pilota.
I tempi: sono previsti per l’opera approvata 4 anni e mezzo per la realizzazione. Nel caso della nostra proposta, un anno verrebbe utilizzato per informare la popolazione, spiegare i vantaggi, analizzare il bacino del Baganza per vedere dove posizionare i laghetti. Non dovrebbe essere previsto l’esproprio, il laghetto resterebbe di proprietà del proprietario del terreno dove viene posizionato, e sarà un beneficio per il proprietario stesso. In cambio egli dovrà provvedere ad una manutenzione periodica, estirpando la vegetazione spontanea e tenendo le rive in ordine.
IL NOSTRO PROGETTO PILOTA
È un laghetto che esisteva da circa 100 anni, ma in questo periodo si era riempito di quasi un metro di sedimento ed erano cresciuti sulle rive una ventina di salici di grandi dimensioni (diametro del tronco maggiore di 50 cm), alcuni ormai secchi, che rendevano gli argini instabili e permeabili. Il lavoro preliminare è consistito nel tagliare gli alberi ed accatastare la legna per l’inverno.
Terminata questa parte con uno scavatore sono state rimosse le radici ed i ceppi, scavato ed ammucchiato il sedimento sulle sponde per irrobustirle, ed effettuato lo spianamento del fondo e delle rive.
Abbiamo poi provveduto all’impermeabilizzazione con bentonite (un tipo di argilla naturale) ed alla piantumazione di nuovi alberi intorno alle rive, per provvedere ombra e rifugio per la fauna locale.
Il laghetto così ripristinato misura 20m x 20 m ed è profondo circa 3m e contiene circa 1000 mc al massimo livello.
I COSTI
- lavori di scavo 800€
- abbattimento e rimozione alberi 500€
- Argilla 1.800€
- lavoro di impermeabilizzazione 2.000€
- piantumazione 1.000€
Per un totale di 6100€ e 5 giorni di lavoro.
Estrapolando la spesa per laghetti di dimensioni maggiori, e dovendo scavare da zero il laghetto, si può prevedere una spesa massima di 20.000€ per delle dimensioni di 40m x 40m con una profondità 3 m, e una capacità di circa 4500mc. Tali piccoli invasi sarebbero facili da realizzare, impegnando risorse quali normali macchinari per movimento terra, con tempi di realizzazione di circa 10 di giorni.
Ora dividendo i 79 milioni € per 20.000€ otteniamo che con la stessa spesa si possono realizzare almeno 3.500 laghetti, per una capacità totale di 15 milioni di mc.
Per raggiungere la stessa capacità della cassa di nuova costruzione sarebbero sufficienti 1000 laghetti, con una spesa uguale ad un terzo di quanto stanziato e con tutti gli altri vantaggi già elencati. Parte della somma così risparmiata nella realizzazione verrà utilizzata per il lavoro di progettazione, analisi della zona, localizzazione dei siti idonei, ispezioni, ecc.
Riguardo ai tempi, per completare 1000 laghetti in tre anni e mezzo serviranno 15 scavatori, calcolando 200 giorni lavorativi l’anno e 10 giorni per completare un laghetto:
- Giorni lavorativi richiesti 1.000 x 10 = 10.000
- scavando in contemporanea 15 laghetti si ha 10.000 : 15 = 666 – giorni totali, cioè 3 anni e mezzo.
Saremmo entro i limiti di tempo ma con una spesa nettamente inferiore, anche perché la manutenzione non graverebbe poi sulle casse pubbliche.
CONCLUDENDO, CI SI PUÒ CHIEDERE, ALLORA DOVE STA IL PROBLEMA?
Prima di tutto nel modo di pensare delle pubbliche amministrazioni, dirette verso opere grandiose e grandi spese. Poi nella gente stessa che andrebbe convinta con una campagna informativa e formativa, che prospetti alla popolazione tutti i vantaggi individuali e collettivi di un tale soluzione.
Ing. Franco Bressanin