Costituzione Italiana: qualche ritocco per un’esistenza dignitosa
di Tarcisio Bonotto, Franco Bressanin
Prendo l’occasione del bell’articolo di Luigi Pecchioli su www.scenarieconomici.it, ‘La Costituzione Economica’ per integrarne alcuni aspetti e prospettare un possibile scenario di sviluppo.
Anche se la Costituzione Italiana è una tra le più copiate al mondo, certamente dopo molti anni dalla sua nascita, può necessitare di qualche ritocco per adattarsi ai tempi.
In particolare l’articolo 36, che attesta:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, dovrebbe spiegare due assunti:
- la proporzione della retribuzione rispetto alla qualità del lavoro, quindi il metodo per determinare un diverso livello retributivo per le varie professioni e lavori, e
- quali elementi possano assicurare una vita dignitosa e libera.
Oggi c’è infatti la necessità di specificare tali concetti stabilendo “che cosa debba essere garantito dalla retribuzione” e di conseguenza “quale dovrebbe essere il livello retributivo”, meglio ancora “quale dovrebbe essere il livello di potere di acquisto”, per permettere che ciò avvenga. Non possiamo lasciare alla trattativa privata o sindacale e governativa, con parametri aleatori, la decisione del livello salariale o al puro calcolo matematico senza avere precisi obiettivi sociali e umanistici.
Nel periodo in cui la retribuzione dei lavoratori era regolata dalla Scala Mobile[1], che legava il salario all’indice dei prezzi al consumo, il livello di vita medio, in un periodo di boom economico, era migliorato.
Se dovessimo determinare ciò che serve per una vita libera dalla povertà e dall’indigenza, e perciò dignitosa, scopriamo che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, Art. 25 e 26, e la teoria economica PROUT, elencano in maniera puntuale, le cosiddette Minime Necessità (i bisogni primari): alimenti, vestiario, abitazione, cure mediche e istruzione. Queste dovrebbero essere garantite, dal Governo in carica.
La teoria PROUT, del 1967, in effetti avvalla la proposta della Dichiarazione del 1948, ma oltre a elencare le Necessità Basilari, come diritti fondamentali per la sopravvivenza e il proprio sviluppo, propone un metodo per la loro attuazione: un Sistema Economico Collettivo (non statale), non privatistico, né statale ma a gestione collettiva. In effetti la dichiarazione è rimasta tale in un’ambiente capitalistico che non potrà mai realizzarla perché fondato sul profitto e sul concetto di arricchimento personale attraverso lo sfruttamento degli altri.
Sarkar, autore del Prout, afferma che tali minime necessità dovrebbero essere inserite nella Costituzione e potranno così obbligare il Governo a garantirle ai propri cittadini attraverso un lavoro o per coloro che non possono lavorare, attraverso una rendita o altri strumenti, pena la sua decadenza. Per avere garantiti tali diritti, dovrebbe essere disponibile un lavoro, ciò che la Costituzione attuale afferma essere il fondamento della Repubblica.
Per avere la massima occupazione l’economia dovrà essere necessariamente AUTOSUFFICIENTE, per lo meno nella produzione e distribuzione delle Minime Necessità. Un’autosufficienza aperta al commercio internazionale, ma non distrutta dalle regole internazionali.
Autosufficienza significa che si dovrà produrre in loco tutto ciò di cui si necessita e si può produrre, al massimo grado. Antitetica alla Globalizzazione. Oggi importiamo di tutto e le nostre produzioni vengono distrutte. Non è vero che i prodotti importati costano meno, è un mito che è necessario sfatare. Nei prodotti importati infatti non mai incluso il prezzo della disoccupazione locale che quesi creano, dei conflitti sociali che generano, dei morti per indigenza.
Un’economia Autosufficiente dovrà svilupparsi in maniera equilibrata nei suoi vari settori, agricoltura, agro e agrico industrie, industrie non agricole, commercio e servizi. Oggi i servizi occupano il 62% della popolazione, industria il 29% e l’agricoltura solo il 3,8%, troppo poco per avere i conti in regola. Secondo il PROUT dall’agricoltura dovrebbe dipendere circa il 30-40% della popolazione, agro e agrico-industria il 20-30%, industria non agricola 20%, commercio 10% e servizi 10%
Un secondo aspetto importate è il rapporto salari/produttività. Per eliminare la disoccupazione, la povertà e le bolle speculative l’economista Ravi Batra, afferma:
- i salari devono seguire di pari passo la produttività aziendale
- salari elevati mantengono i posti di lavoro e possono perciò garantire le necessità basilari. (https://irprout.it/?p=2450).
Il sistema di lavoro, per essere maggiormente efficiente, dovrebbe essere improntato alla COOPERAZIONE COORDINATA, non SUBORDINATA come nel presente sistema economico, per attivare tutte le energie della popolazione lavoratrice e non tarparle in un rapporto tra imprenditori, lavoratori, sindacati e governo di natura conflittuale e antitetico.
Dove questa cooperazione coordinata e condivisa è presente vi è più elevata produttività, solidarietà, coesione sociale, e migliore distribuzione della ricchezza.
In conclusione, dovremmo poter inserire nell’Art. 36 della Costituzione italiana, una specifica:
- “E’ necessario garantire a tutti le minime necessità per l’esistenza in particolare: alimenti, vestiario, abitazione, cure mediche, istruzione, come diritto di nascita. Inclusi, in una società avanzata, trasporti e comunicazioni.
- Il potere di acquisto è il metro di misura del benessere della popolazione e deve essere tale da garantire le minime necessità.
- I livelli salariali devono andare di pari passo con la produttività, per mantenere occupazione, eliminare la povertà e assicurare la garanzia delle necessità basilari. Il Gap-Salariale dovrebbe essere tale da mantenere l’equilibrio tra Domanda-Offerta.”
“La nostra conclusione principale è che l’aumento del differenziale salario-produttività, a causa delle politiche del governo, è la causa primaria, se non l’unica, delle recessioni, della disoccupazione, degli enormi profitti e, di conseguenza, dell’eccessiva concentrazione della ricchezza”. Ravi Batra
Vedi Riforme Costituzionali: https://irprout.it/?page_id=333
Gap-Salariale – Una Rivoluzione in Macroeconomia: https://irprout.it/?p=2450
[1] La scala mobile è uno strumento economico di politica dei salari volto ad indicizzare automaticamente i salari in funzione degli aumenti dei prezzi, al fine di contrastare la diminuzione del potere d’acquisto dovuto all’aumento del costo della vita, secondo quanto valutato con un apposito indice dei prezzi al consumo (wikipedia)