Prospettive economiche per gli anni '90 - Ravi Batra
Pubblichiamo questo articolo del mese di ottobre del 1990, perché è attuale e può spiegare alcune dinamiche socio-economiche odierne. In particolare Ravi Batra, parla della Legge del Ciclo Sociale, di P.R. Sarkar, che non ha mai fallito nella sua analisi di 10.000 di storia.
PRESENTAZIONE
Prof. G. Gaburro
Direttore dell’Istituto di Scienze Economiche dell’Università di Verona.
Ho il piacere di presentare il professor Ravi Batra a nome dell’Istituto di Scienze Economiche dell’Università di Verona che, con la Camera di Commercio e l’Istituto della Cassa di Risparmio, ha organizzato questo incontro. Il mio compito brevissimo, è di presentare in sintesi il curriculum e le pubblicazioni del professor Rovi Batra.
Il prof. Ravi Batra è docente di economia politica presso l’Università Metodista Meridionale di Dallas, nel Texas. È nato in India nel 1943, ha ottenuto il BE (Bachelor in Economia) presso l’Università del Punjab e il Master presso l’Università di Economia di Nuova Dheli. Quindi a ventitré anni, nel 1966, si è recato negli Stati Uniti dove tre anni dopo ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università dell’Illinois.
Per due anni ha insegnato presso l’Università del Western Ontario in Canada. Nel 1973 pubblicò un libro sulla teoria del commercio internazionale e molti articoli scientifici su riviste internazionali tra le più prestigiose, tanto che a treni anni l’Università di Dallas gli offri la cattedra di economia politica.
Dal 1973 a tutt’oggi, è stato ed è professore presso quella Università eccetto che per gli anni 80-81, anno in cui è stato visiting professor presso l’Università di Vanderbild di Nashville. Tra l’altro, tra il ‘77 e l’80, è stato direttore del dipartimento di economia della stessa Università di Dallas.
Il prof Batra è considerato, oggi, uno dei maggiori esperti mondiali di teoria del commercio internazionale. Ha pubblicato sette volumi e moltissimi articoli su argomenti economici internazionali.
Nell’ ottobre 1978 la rivista Economic Enquiry di Los Angeles ha selezionato quarantasei economisti superstar e il professor Batra è stato classificato al terzo posto. È stato anche direttore associato del Southern Economic Journal e del Journal of International Economics.
Prof. G. Gaburro
L’ultimo libro del prof Batra “La grande depressione del 1990” è stato pubblicato per la prima volta nel 1985 dalla Casa Editrice Venus Books. Questo libro ha provocato un dibattito e controversie molto vivaci e molte delle sue previsioni si sono avverate.
Nei sei mesi successivi la pubblicazione, il prof. Batra è apparso negli Stati Uniti in tre shows televisivi nazionali, ha avuto più di 100 interviste radiofoniche e molti seminari. Gli editori Simon & Shuster hanno pubblicato una nuova edizione del libro nel 1987.
Il prof. Batra è venuto in Italia in questi giorni a ricevere, in un incontro internazionale annuale organizzato dal Centro Pio Manzù di Rimini al quale hanno partecipato personalità della cultura e della scienza di tutto il mondo occidentale e orientale, le medaglie del Governo Italiano e del Centro Pio Manzù, assegnate ad alcune personalità italiane e straniere. Il premio è stato assegnato dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giulio Andreotti, e dal ministro degli Affari Esteri Gianni De Michelis.
A nome dei colleghi dell’Istituto di Scienze Economiche dell’Università, della Cassa di Risparmio e della Camera di Commercio di Verona, Lo ringrazio profondamente per aver accettato il nostro invito e ringrazio anche il dottor Federico Perali della nostra Università e dell’Università del Wisconsin che ha offerto la Sua disponibilità per la traduzione.
RELAZIONE
Prospettive economiche per gli anni ’90
Prof. Ravi Batra
Professore Ordinario di Economia Politica presso la Southern Methodist University, Dallas, Texas, USA.
Molte grazie per la lunga presentazione. Non sono più abituato agli elogi. Da tempo infatti incontro solo lunghe critiche e denunce perché il tema di cui scrivo e parlo crea molte controversie. Per una ragione o l’altra, gli economisti che sono d’accordo con me sono pochissimi.
Questo pero è un mondo libero, ognuno ha la libertà e il diritto di proporre le proprie idee e pertanto vi prego di prendere ciò che dirò con questo spirito.
Permettetemi innanzitutto di dire ciò che io non sono, o meglio ciò in cui non credo. Negli Stati Uniti dopo che il mio libro Lo grande de-pressione degli anni ’90 crebbe in popolarità, molti esperti mi accusarono di essere un comunista. All’epoca però non potevo dire loro che avevo già scritto un libro dal titolo La caduta del capitalismo e del comunismo. L’ho scritto nel 1978 e fu pubblicato da Macmillan, in Inghilterra, nello stesso anno. In esso si predice la caduta di entrambi i sistemi entro l’anno 2000. L’altro libro La grande depressione del 1990 fu pubblicato molto tempo dopo, nel 1985.
Questo libro (La grande depressione del 1990) ha creato tali controversie che in seguito fui piuttosto riluttante a parlare della caduta del capitalismo e del comunismo. Incominciarono, infatti, a darmi del pazzo c se avessi continuato a parlare della caduta di entrambi i sistemi mi avrebbero certamente mandato in esilio …
Vorrei spiegarvi la storia della pubblicazione dci libro affinché possiate giudicare voi stessi la credibilità delle mie previsioni.
Giunsi negli Stati Uniti nel 1966 dall’India e divenni professore nel 1970. Scrissi molti articoli e libri basati sulla teoria economica tradizionale, ma scoprii ben presto che questa teoria economica ignorava la storia e si concentrava troppo sulla matematica. Cercai allora di trovare un altro modo di osservare i problemi economici e agli inizi dci 1976 incominciai a studiare la storia economica.
Prima di giungere negli Stati Uniti conobbi in India un grande maestro, Prabhat Rainjan Sarkar. Sarkar aveva allora proposto una nuova e originale teoria della storia e una volta negli Stati Uniti incominciai a studiare tutta la storia umana alla luce della sua teoria.
Sarkar avanza delle semplici osservazioni: dice che in ogni società ci sono solo tre possibili fonti di potere politico:
- la prima è la forza militare; Saddam Hussein, ad esempio, è al potere grazie alla sua forza militare;
- la seconda fonte di potere politico è l’intelletto umano; Andreotti è al potere grazie alla sua capacità intellettuale;
- la terza fonte di potere politico, tutti lo sappiamo, è il denaro.
Possiamo studiare ogni società, ogni nazione e troveremo solo tre fonti di potere politico.
Un ‘osservazione molto semplice, dalla quale però Sarkar, il mio maestro, ha tratto conclusioni molto profonde. Egli afferma che ogni società è inizialmente governata dalla classe militare. Questa classe governa per qualche centinaio di anni e poi viene sostituita dal potere intellettuale (Sarkar, nella classe degli intellettuali, include anche i sacerdoti). Dopo il governo degli intellettuali subentra il governo della classe ricca. Tre sorgenti di potere politico; all’inizio la classe militare, poi la classe intellettuale e alla fine il potere della ricchezza con la classe dei cosiddetti acquisitori. Questa è la legge del ciclo sociale di Sarkar.
Pertanto, quando nel 1976 incominciai a studiare la storia, applicai la legge del ciclo sociale agli attuali sistemi economici e sociali. Studiai infatti 10.000 anni di storia umana e riscontrai che non ci si è mai discostati da questa legge. L’Egitto, la Mesopotamia, la Cina, la società occidentale hanno puntualmente seguito la legge del ciclo sociale.
Osserviamo la storia d’Italia. L’impero romano corrisponde all’età dei militari. Dopo l’Impero giunse l’epoca degli intellettuali nella forma del dominio della Chiesa Cattolica. E poi il feudalesimo con la dominazione delle signorie e del denaro; questo conclude un primo cielo sociale. Un altro ciclo iniziò quando i militari ritornarono al potere in Europa dopo l’età feudale; questa volta l’influenza politica passa all’Inghilterra e alla Francia.
In Inghilterra, Francia e Germania apparvero le grandi monarchie che governarono grazie al potere militare. Circa centocinquanta anni dopo si giunse al governo degli intellettuali grazie alla maggiore influenza dei diplomatici, dei cancellieri e dei primi ministri sui monarchi nel mondo occidentale. Quindi, alla classe militare è seguito il dominio della classe intellettuale. Dal 1860 il mondo occidentale, con l’avvento dell’età del denaro, è governato dalla classe più abbiente. Ognuna di queste età termina la propria fase in un mare di criminalità e disonestà e, in ogni ciclo, l’età della ricchezza finisce col generare povertà e grande depressione.
E’ ironia della sorte e della mente umana che, nell’età della ricchezza, la grande concentrazione di capitali dia luogo alla grande depressione. Questa concentrazione di ricchezza è anche causa della diffusa povertà presente in tutti i paesi in via di sviluppo. Noi economisti e intellettuali abbiamo scritto milioni di pagine sulla loro povertà, ma non siamo ancora stati capaci di sradicarla perché abbiamo ignorato la vera causa della povertà. C’è solo una causa per la povertà, in ogni paese dci mondo, ed è l’estrema concentrazione della ricchezza.
La legge del ciclo sociale ci dice che il mondo comunista si deve muovere dall’età dei militari all’età degli intellettuali. Il mondo comunista è rimasto sotto il dominio dei militari fino all’anno scorso e lo era anche nel 1978 quando scrissi quel libro. Previdi, nel 1978, che per l’anno 2000 il mondo comunista si sarebbe mosso verso una democrazia intellettuale. Il mondo comunista, oggi, si sta muovendo verso una democrazia intellettuale, che non è democrazia governata dal denaro perché in accordo alla legge del ciclo sociale, dopo l’età dei militari prende il potere la classe degli intellettuali. Nelle elezioni svoltesi in Russia e Cecoslovacchia non c’è stato posto, infatti, per il denaro.
Questo era il fondamento della mia predizione: il mondo comunista si sarebbe mosso verso un’altra era intellettuale, passando dalla dittatura alla democrazia. La caduta della dittatura avrebbe significato la caduta del comunismo in Russia e nei paesi satelliti. Non scrissi della caduta del comunismo cinese, ma solo della sua varietà russa; esso infatti, quello cinese, scomparirà tra circa una ventina d’anni.
Nel mondo occidentale, invece, l’età governata dalla classe ricca sta per finire. E con la fine dell’età della ricchezza terminerà anche l’influenza del denaro nella politica. Ciò significa che le aziende continueranno sì a produrre, le multinazionali saranno ancora presenti ma il denaro non avrà più influenza sulle scelte politiche. Esisterà la democrazia, la libertà di impresa e invece del capitalismo di monopolio avremo un capitalismo di massa.
Ho stilato queste predizioni nel 1978; il titolo del libro fece sorridere qualcuno e ricevetti più critiche che elogi. Speravo con questo libro di dire al mondo come poter prevenire la povertà che era in arrivo.
Ero pronto ad essere ridicolizzato e criticato per ciò che avevo scritto, ma se nessuno conosceva il libro non ci sarebbe stato parimenti nessuno ad insultarmi. Il libro è passato del tutto inosservato e solo pochi critici hanno elargito qualche commento. Decisi, perciò, di essere più specifico nelle predizioni per aprire gli occhi alla gente e di toccare più da vicino i loro interessi. Nel 1983 scrissi il libro La grande depressione del 1990.
In esso predissi, che negli anni 80 ci sarebbe stata un’euforia economica a livello mondiale. Feci la previsione che l’inflazione sarebbe diminuita, come pure i tassi di interessi in tutto il mondo, che i mercati azionari sarebbero cresciuti, che tutti i paesi si sarebbero maggiormente indebitati e che per circa sette lunghi anni avremmo poi dovuto pagare questo tipo di sviluppo.
Predissi che i ricchi sarebbero diventati più ricchi e i poveri più poveri. Dopo aver esposto queste previsioni trovai molti critici soprattutto tra i miei colleghi, tra cui vari premi Nobel, i quali affermavano che negli anni 80 l’inflazione sarebbe stata molto alta, come pure i tassi di interesse, che il prezzo del petrolio sarebbe salito a 80 dollari il barile, mentre io affermavo esattamente l’opposto. Quando i premi Nobel mi sono contro, mi chiedevo, quali possibilità potevo avere di veder pubblicato il mio libro? Mandai i miei manoscritti a circa cinquanta case editrici. Persino McMilIan, in Inghilterra, che aveva pubblicato il libro “La caduta del capitalismo e del comunismo”, rifiutò.
Tuttavia, una dopo l’altra, tutte le mie previsioni incominciarono ad avverarsi. L’inflazione diminuiva, i tassi di interesse precipitavano, il prezzo del petrolio scendeva, i mercati azionari crescevano ovunque, il governo diminuiva le tasse per i ricchi e le aumentava per i poveri, questo per lo meno negli Stati Uniti. Ad una ad una le previsioni si avveravano ma non riuscivo a trovare un editore. Non mi rimaneva altra possibilità che pubblicare io stesso il libro. Era la sola possibilità, disgustante ma senza alternativa. Nel 1985 feci stampare il libro dopo aver cercato per due anni di farlo pubblicare da editori specializzati. Stampai cinquemila copie e mi accorsi subito che era più facile stampare che vendere. Avevo ancora tutte le cinquemila copie con me; vivevo in un piccolo appartamento e tutte le stanze ne erano ricolme. Con mia moglie passai di libreria in libreria a chiedere che fosse esposto in vetrina.
Ero determinato e sicuro che, in un modo o in un altro, questo messaggio sarebbe arrivato al pubblico. E il messaggio era che l’estrema concentrazione di ricchezza avrebbe generato un decennio di euforia economica seguito da un decennio di depressione. Gli anni ’80 sono stati il decennio dell’euforia economica.
Un giorno una emittente radio mi invitò per una intervista. Dissi al giornalista che in una mezz’ora di tempo l’avrei convinto; mi rispose che avrei avuto a disposizione solo tre minuti. In quei tre minuti, pero, fui in grado di descrivere ciò che stava accadendo all’economia americana e le relative cause. Il messaggio risultò così semplice e di facile comprensione che nelle settimane successive le librerie vendettero tutti i libri a loro disposizione.
Il mese seguente il libro divenne popolare. Allo stesso tempo, però, non ero riuscito ancora a trovare un editore. Il manoscritto in mano agli editori, infatti, veniva dato in visione ad economisti ortodossi per l’approvazione. Per duecento anni si è continuato a credere che il verificarsi di una depressione sia una cosa logicamente impossibile. Ci si creda o meno, noi economisti tradizionali abbiamo ritenuto nei passati duecento anni che nel mondo capitalistico la depressione non possa accadere. Le teorie cambiano da decade a decade, quelle degli anni venti sono diverse da quelle degli anni ’80, ma il contenuto è il medesimo e cioè che nel mondo capitalistico non vi è possibilità di depressione economica.
In nove mesi vendetti, da solo, 10.000 copie del libro, dopodiché le case editrici di New York si precipitarono a pubblicarlo. Simon & Shuster lo pubblicò nel 1987 con lo stesso titolo. Appena il libro fu pubblicato divenne un best seller. Potete immaginare un libro di economia diventare un best seller? Non un romanzo, un libro di economia!
Il messaggio che portava era molto semplice: in qualsiasi momento vi sia un grosso divario tra i ricchi e i poveri, si crea innanzitutto un’euforia diffusa nel mercato azionario. La ragione è che per un uomo ricco un profitto modesto ha poco significato, egli desidera dei ritorni molto alti dai suoi investimenti. Ma tali profitti sono possibili solo con investimenti speculativi e non con investimenti produttivi. Pertanto, quando vi è una forte ineguaglianza nella società la prima conseguenza è un enorme incremento di attività del mercato azionario. L’investimento nel mercato azionario è infatti di tipo speculativo.
Dissi pure che stavamo andavamo verso una fase in cui, per lo meno negli Stati Uniti, il governo avrebbe diminuito le tasse per il ricco e le avrebbe aumentate per il povero. Dissi pure che la ragione dell’incremento di attività del mercato azionario stava nell’enorme quantità di denaro in mano ai ricchi, i quali non sapevano cosa fame. E che questo fatto avrebbe creato un deficit enorme perché, essendoci ineguaglianza, il povero è costretto a chiedere prestiti per mantenere la propria esistenza. Prevedevo inoltre che verso la fine degli anni ’80 il sistema bancario si sarebbe notevolmente indebolito e ciò è accaduto. Troviamo oggi, ad esempio, che la Chase Manhattan Bank, una delle più grosse e potenti del mondo, è sull’orlo della crisi.
Il Governo oggi sta programmando di investire 200 miliardi di dollari per aiutare una piccola porzione del settore bancario, circa il 25% delle banche.
Gli Stati Uniti sono, ora, sono in piena recessione; non è successo nel 1988, nel 1989 ma è accaduto nel 1990. La cosa interessante è che i politici negli Stati Uniti pensano ancora che avremo una recessione molto mite, e queste sono le stesse persone che fino a due mesi fa prevedevano che non ci sarebbe stata recessione fino al 1992. Mi sorprende molto che tutti i miei colleghi, negli Stati Uniti, siano stati estremamente costanti nel fare previsioni sbagliate; è accaduto sempre l’opposto di tutto ciò che prevedevano. Hanno previsto l’aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse, del prezzo del petrolio, ed è accaduto esattamente l’opposto; hanno previsto l’aumento della disoccupazione con la caduta del mercato azionario, ed è accaduto l’opposto. Ciò che più sorprende è che l’opinione pubblica li segue ciecamente. Per ciò che mi riguarda ho espresso venti previsioni, diciotto su venti si sono avverate. La diciannovesima riguarda la depressione e in molti paesi è già iniziata la recessione.
La storia ci dice che quando il debito pubblico è molto alto la recessione diventa sempre depressione. Tra sei mesi troveremo ancora molte persone pronte ad affermare che la recessione è molto profonda ma non parleranno di depressione. Solo per la fine del prossimo decennio qualcuno di loro incomincerà ad usare il termine depressione.
Non è mai successo, non una sola volta nella storia, che con un debito pubblico così alto la recessione non sia stata seguita dalla depressione.
Perciò la depressione sta inesorabilmente arrivando, e segnerà la fine del capitalismo.
Desidererei però terminare con una nota positiva. Ciò che ci si può naturalmente chiedere è: «Che cosa rimpiazzerà il capitalismo e il marxismo?» Ho scritto alcuni libri sul nuovo sistema a cui andremo incontro. Questo nuovo sistema è chiamato PROUT.
Non sorprende il fatto che non ne abbiate sentito parlare, per la stessa ragione che fino a due o tre anni fa non avevate sentito parlare di Ravi Batra. Io stesso non avevo sentito parlare di Ravi Batra … perché insegno in una piccola università. Non insegno ad Harward o ad Oxford o in una grossa università degli Stati Uniti. Ma la logica e il senso comune non è monopolio delle grandi scuole. Anzi, se si lavora nelle grandi università si è molto più vincolati al pensiero tradizionale.
Il nuovo sistema Prout sostiene la democrazia economica. In alcuni paesi esiste democrazia politica ma non democrazia economica. Democrazia economica significa che le grandi aziende multinazionali devono essere guidate dai rappresentanti dei lavoratori. Ci sarà libertà, libero mercato ma proprietà di massa delle azioni delle grosse industrie, altrimenti non ci sarà alcun modo per uscire dalla grande depressione.
Quando il nuovo sistema Prout verrà stabilito nel prossimo decennio, ci sarà in tutto il mondo una nuova età dell’oro, il ritorno ai valori tradizionali e spirituali. Normalmente desideriamo una buona economia perché alti livelli di vita ci procurano piacere e felicità, ma gli alti standard di vita sono sempre accompagnati da molti problemi sociali che creano infelicità sotto altri aspetti. Con le piogge acide, l’inquinamento dell’aria, l’egoismo sfrenato, diveniamo socialmente infelici. Il capitalismo ed il marxismo non possono risolvere questi problemi di carattere sociale presenti nel mondo. Le persone stesse chiederanno un nuovo sistema per uscire non solo dalla depressione fisica ma anche da quella spirituale.
Nulla di grande nasce da un giorno all’altro. È richiesto tanto sacrifico e sofferenza prima che nasca qualche cosa di bello. I nostri padri hanno sopportato dolori e privazioni e ora noi godiamo di una libertà e di uno standard di vita che per loro era solo una promessa. Sfortunatamente la nostra generazione nel prossimo decennio dovrà soffrire molto, ma quelle future saranno orgogliose di noi perché erediteranno un mondo migliore.
Dopo questi dieci anni arriverà in tutto il mondo una nuova età dell’oro. Alcuni dei miei libri sono stati tradotti in italiano, e la seconda edizione del libro “La caduta del capitalismo e del comunismo” appena uscita negli Stati Uniti, sarà presto disponibile. Questo libro vi dice come prepararvi a questo decennio di crisi non tanto dal punto di vista economico, che è abbastanza semplice, ma dal punto di vista mentale e spirituale. Vi dice anche come dare vita ad una età dell’oro nel prossimo futuro.
Credetemi, io sono una persona determinata e non mi arresterò fino a quando non ci sarà una nuova età dell’oro nel mondo.